Il nuovo anno scolastico è ormai alle porte. Tra poche settimane, terminate le vacanze, docenti e studenti torneranno tra i banchi. E per centinaia di migliaia di insegnanti non sarà, ancora una volta, l’occasione giusta per trovare finalmente stabilizzazione nel proprio lavoro. Il perché è spiegato dai numeri, riportati da ‘Il Sole 24 Ore’. Il numero delle supplenze è cresciuto parecchio, da 135.025 del 2017/18 a 232.636 del 2023/24, registrando, come segnala la Corte dei Conti, un aumento del 72,7%. E le previsioni fatte da alcune sigle sindacali parlano di un ennesimo incremento per settembre, quando i precari potrebbero essere 250mila.
Nonostante il calo di quasi 600mila studenti in sette anni, il numero di docenti è rimasto pressoché invariato e le procedure dettate dal Pnrr non hanno aiutato ad eliminare le sacche del precariato.
Immissioni in ruolo: saranno 45.124, corrispondenti al 70% dei posti vacanti e disponibili
Il MIM ha pubblicato il D.M. n. 158 recante “Disposizioni concernenti le immissioni in ruolo del personale docente per l’anno scolastico 2024/2025”. Il contingente autorizzato per le assunzioni a tempo indeterminato di personale docente per la scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado, da effettuarsi per l’anno scolastico 2024/25, è pari a n. 45.124 posti.
Il numero di posti su cui possono essere disposte le assunzioni a tempo indeterminato è assegnato per il 50% alle graduatorie dei concorsi per titoli ed esami attualmente vigenti e, per il restante 50%, alle graduatorie ad esaurimento.
Critica la FLC CGIL
“Sono autorizzate 45.124 immissioni che rappresentano il 70% dei posti vacanti e disponibili quantificati dallo stesso ministero, al termine delle operazioni di mobilità, in 64.156.
Si tratta di una scelta dannosa, operata per consentire di destinare posti già pienamente disponibili alle prossime procedure concorsuali, ma che rappresenta una beffa per tutti i docenti che hanno partecipato a concorsi ordinari negli ultimi otto anni, superando tutte le prove, e si trovano ancora in attesa della meritata immissione in ruolo.
Ancora più paradossale alla luce dei ritardi con cui si stanno svolgendo le prove orali delle procedure in corso, di cui l’esecutivo è assolutamente consapevole, tant’è vero che è stata approvata una apposita norma per consentire le assunzioni ben oltre l’avvio dell’anno scolastico.
La FLC CGIL giudica negativamente le politiche adottate in tema di reclutamento e si impegna a mettere in campo iniziative per contrastare scelte che impediscono di avere in cattedra docenti selezionati e preparati, per ragioni che nulla hanno a che fare con la qualità del sistema di istruzione”.
Giacalone contro il sistema di reclutamento: “no ai concorsi riservati ai precari”
A tal riguardo, il giornalista Davide Giacalone è intervenuto su RTL 102.5 per commentare la notizia: “Le supplenze continueranno a crescere, a meno che non si voglia lasciare la classe vuota, fino a quando non si faranno dei concorsi nel numero e nella frequenza necessaria a coprire le cattedre con i vincitori di concorso. I pochi concorsi fatti sono per le categorie riservate, attingono ai precari ed è un modo precario di pensare. Perché l’obiettivo della scuola, la ragione per cui io pago le tasse e fornisco anche i quattrini per tenere in piedi la scuola è che insegni una data materia. Me ne frega assolutamente niente chi ha guadagnato da più tempo il diritto di andare in cattedra. A me interessa che abbia superato un concorso e conosca la materia e sappia insegnarla. Fino a quando non lo fai, ovvio che aumentano le supplenze. Tutto questo è crescente mentre il numero degli studenti è decrescente. Quindi noi abbiamo meno studenti e più supplenti. Sempre una peggiore organizzazione della scuola”.