“La scuola deve essere il perno fondante della crescita: da troppo tempo l’economia europea è anemica e quella italiana non cresce. È fondante il tema della organizzazione complessiva dei sistemi educativi”. Ha le idee chiare il nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: parlando del Piano nazionale di rilancio e resilienza, in Senato, il numero uno del MI si compiace con il governo Conte bis per come ha presentato il programma di gestione dei fondi europei attraverso il Recovery plan, rivolgendo pure un ringraziamento alla ministra Lucia Azzolina per il grande lavoro svolto.
“Abbiamo confermato quella impostazione che è stata apprezzata molto dalla commissione europea”, ha detto il ministro specificando però che “su alcuni punti dobbiamo puntare di più: il tema dello 0-6 anni“.
Ha spiegato che “dobbiamo investire di più su questa fascia, oggi è del tutto ineguale in Italia, in alcune Regioni siamo sopra il 33%” di alunni iscritti, “mentre in altre del Sud siamo lontanissimi. È un tema di carattere strutturale. E la fascia di età 3-6, nella nostra impostazione, deve rientrare in un ordinamento scolastico per tutti i bambini di questo paese. È un obiettivo che non si raggiungerà domattina, ma va raggiunto”.
Tra gli obiettivi da centrare con i fondi europei, Bianchi ha detto che c’è anche quello di combattere gli abbandoni precoci dei libri di scuola: per questo abbiamo previsto “1,5 miliardi per combattere la dispersione scolastica”.
C’è poi anche l’intenzione di rivedere la “filiera tecnico professionale, non solo degli Its” che comunque vanno decuplicati e per i quali è stato stanziato oltre un miliardo di euro. Si tratta di un inizio, poi “i privati dovranno intervenire e le Regioni pure”.
Bianchi ha quindi detto che “la formazione professionale dipende dalle Regioni ed è molto differenziata nel Paese”.
Secondo il professore-ministro, inoltre, “serve anche una formazione Stem che parta dall’infanzia. C’è una grande questione meridionale che va posta, altrimenti sanciamo le ineguaglianze”.
Il ministro ha dunque detto che “all’interno del quadro europeo dovremo avere un’enfasi sull’educazione alla sostenibilità, come strumento per rendere credibile il cambiamento che mettiamo in moto, con attenzione agli elementi più fragili”.
Il piano europeo Next Generation EU che contiene l’idea di una visione strategica del cambiamento di tutta l’Unione, viene poi ripreso dal nostro piano nazionale.
Missioni del PNRR
1) Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
2) rivoluzione verde e transizione ecologica;
3) infrastrutture per una mobilità sostenibile;
4) istruzione e ricerca;
5) inclusione e coesione;
6) salute.
Sul punto 2 e sul tema dell’efficientamento energetico:
efficienza energetica e riqualificazione degli edifici: 29,35 mld, di cui
linea di intervento “edilizia pubblica: 10,85 mld di cui 7,2 al MI, di cui
risanamento strutturale degli edifici scolastici 6,42 mld; e realizzazione di nuove scuole 0,80 mld.
Sul punto 4 e sul diritto allo studio il ministro ricorda che siamo il Paese con il più alto tasso di dispersione scolastica. In molte aree periferiche e in alcune aree interne del sud la dispersione è legata anche alla mancanza di alcuni servizi essenziali, come il tempo pieno. Si tratta di un concatenarsi di azioni.
In Italia abbiamo un uso estremamente differenziato dei fondi europei: FSE, FESR e Fondo di Coesione.
Accesso all’Istruzione e riduzione dei divari territoriali: 9,45 mld, di cui
Riduzione divari territoriali e contrasto abbandono scolastico: 1,50 mld;
potenziamento 3-6 e sezioni primavera: 1 mld;
fondo tempo pieno: 1 mld.
Linea di intervento sulle competenze STEM e multilinguismo: 5,02 mld, di cui 4,52 mld al MI, di cui
DDI e formazione continua del personale scolastico: 0,42 mld;
competenze STEM e multilinguismo per studenti e professori: 1,10 mld;
scuola 4.0, scuole innovative, cablaggio e nuove aule didattiche e laboratorio: 3 mld.
Gli interventi del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in audizione al Senato:
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