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Recovery Plan e istruzione: si continua a perseguire un falso modello “aziendalistico”

Spett. Tecnica della scuola,

sono un docente di scuola superiore e ho appena letto sui media, riguardo alla bozza ministeriale sul Recovery Plan, quanto segue: “Secondo il Governo, puntare sulla carriera del docente potrebbe risultare fondamentale come stimolo per gli insegnanti e di conseguenza avere ricadute sull’offerta formativa. Ecco perché, si deve quindi costruire una carriera docente dando l’opportunità ai docenti più dinamici e capaci di assumere responsabilità all’interno della scuola, accompagnata alla possibilità di crescere in ruolo. Potranno avere funzioni di coordinamento, progettazione o formazione dei loro colleghi e per le loro mansioni aggiuntive e per la qualifica raggiunta avranno una retribuzione mensile maggiore. I migliori docenti del Paese potranno dedicare alcuni anni a inizio o fine carriera all’insegnamento in scuole svantaggiate”.

Allo stato attuale -con i vari progetti e le retribuzioni dal fondo di istituto- ci sono già alcuni docenti (generalmente chi svolge incarichi dirigenziali) che continuamente cercano di coinvolgere e di imporre la partecipazione dei colleghi a tutta una serie di attività che non sono previste dal contratto di lavoro e per le quali non si viene retribuiti, ma che sono utili a chi le coordina per poi ricevere ulteriori emolumenti dal fondo di istituto. 

Questa situazione genera continue tensioni, a meno che non si accetti di fare tutto ciò che viene richiesto senza discutere, ed è uno dei principali problemi che mi trovo quotidianamente ad affrontare. Solitamente di queste retribuzioni aggiuntive non viene poi neanche fornita una rendicontazione pubblica, come ho avuto modo personalmente di verificare leggendo il contratto di istituto.

Se si seguirà la linea indicata nella bozza ministeriale sul Recovery Plan, tutto questo peggiorerà ulteriormente il clima scolastico che diventerà invivibile, con alcuni docenti che si inventeranno di tutto e di più (e saranno retribuiti) per organizzare e imporre attività su attività a cui dovranno forzatamente partecipare gli altri colleghi (oltretutto “a gratis”). 

Un manipolo di insegnanti imperversera’ su una moltitudine silenziosa e pavida di colleghi, soverchiati da una mole di lavoro insostenibile. Questo succederà e in realtà è quanto purtroppo sta già succedendo. Spero vivamente che il mondo della scuola si opporrà e prenderà finalmente atto che il modello “aziendalistico” e “carrieristico” trasportato in ambito scolastico non funziona e non migliora ne’ l’istruzione degli studenti né il lavoro degli insegnanti, ma al contrario lo peggiora, svilendone la dignità.

Lettera firmata

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