Nel testo del Piano nazionale di ripresa e resilienza annunciato da Mario Draghi, che lui ha definito “epocale”, sono previsti interventi e investimenti anche per scuola e istruzione.
Il Piano include inoltre un corposo pacchetto di riforme, che toccano, tra gli altri, gli ambiti della pubblica amministrazione, della giustizia, della semplificazione normativa e della concorrenza. Nel complesso, il 27 per cento del Piano è dedicato alla digitalizzazione, il 40 per cento agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico, e più del 10 per cento alla coesione sociale.
Il Piano si organizza lungo sei missioni. Vediamo quella che riguarda la scuole, secondo quanto pubblica Il Sole 24 Ore, inserita nella “Quarta missione: istruzione e ricerca”.
La quarta missione, “Istruzione e Ricerca”, stanzia complessivamente 31,9 miliardi di euro – di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo. Il suo obiettivo è rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico.
Il Piano investe negli asili nido, nelle scuole materne, nei servizi di educazione e cura per l’infanzia. Crea 152.000 posti per i bambini fino a 3 anni e 76.000 per i bambini tra i 3 e i 6 anni. Il Governo investe nel risanamento strutturale degli edifici scolastici, con l’obiettivo di ristrutturare una superficie complessiva di 2.400.000 metri quadri. Inoltre, si prevede una riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea, ad esempio con l’aggiornamento della disciplina dei dottorati e un loro aumento di circa 3.000 unità. Si sviluppa l’istruzione professionalizzante e si rafforza la filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico.
Ma poi c’è pure il “capitolo giovani e donne”
Ammonta dunque a 221,5 miliardi il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) italiano, di cui 191,5 miliardi finanziati con le risorse in arrivo da Bruxelles e 30 dal fondo complementare.
Il settore Istruzione e ricerca assorbirà 31,9 miliardi, ovvero il 17% delle risorse. I fondi saranno impiegati per la “formazione degli insegnanti e per il rafforzamento del sistema educativo, le competenze digitali e STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) la ricerca e il trasferimento tecnologico”.
Dunque, “asili nido, materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia”, ma anche la “scuola 4.0”, ovvero scuole “moderne, cablate e orientate all’innovazione grazie anche ad aule didattiche di nuova concezione”. Ci sarà, inoltre, “il risanamento strutturale degli edifici scolastici”.
Il Piano prevede inoltre un investimento significativo sui giovani e le donne.
Per i ragazzi e le ragazze, sono stanziati fondi per l’estensione del tempo pieno scolastico e per il potenziamento delle infrastrutture sportive a scuola.
In particolare, è promossa l’attività motoria nella scuola primaria, anche in funzione di contrasto alla dispersione scolastica.
Per quanto riguarda le donne, il Piano prevede misure di sostegno all’imprenditoria femminile e investimenti nelle competenze tecnico-scientifiche delle studentesse.
Inoltre, l’ampliamento dell’offerta di asili, il potenziamento della scuola per l’infanzia e il miglioramento dell’assistenza ad anziani e disabili aiuteranno indirettamente le donne, che spesso devono sostenere la maggior parte del carico assistenziale delle famiglie.