Sta cadendo nel dimenticatoio il gravoso problema del blocco dell’anno 2013 ai fini della progressione e ricostruzione di carriera dei docenti e di tutto il personale scolastico, che si sono visti annullare l’anno solare 2013 come anno valido ai fini degli scatti stipendiali e quindi utile per passare da una classe stipendiale più bassa ad una più alta. In buona sostanza tutti i docenti e tutto il personale scolastico, nel cedolino stipendiale, trovano una scadenza per il passaggio di fascia, posticipata di un anno rispetto a quello che sarebbe potuto essere, se non fosse stato cancellato l’anno 2013 per la progressione di carriera.
È utile fare un excursus normativo sul blocco dell’avanzamento stipendiale del personale scolastico, per capire come l’anno 2013 non sia, a tutt’oggi, valido per il riconoscimento della progressione di carriera. Bisogna specificare che con il decreto legge n.78 del 31 maggio 2010, convertito in legge n.122 del 30 luglio 2010, è stato disposto, ai sensi dell’art.9, il blocco degli stipendi per il personale del pubblico impiego negli anni 2011, 2012 e 2013, prevedendo anche il blocco delle progressioni di anzianità, con il mancato riconoscimento ai fini economici della progressione stipendiale degli anni 2011 e 2012. Tali provvedimenti erano stati assunti dal Governo Berlusconi prima che, a causa di una spaventosa crisi economica dell’estate 2011 con lo spread oltre 500, accadde la caduta del Governo e l’arrivo a Palazzo Chigi del Presidente Monti.
Dopo un periodo di Governo Monti, con il DPR 122/2013, entrato in vigore il 9 novembre 2013 e disposto dal Governo Letta venne prorogata al 31 dicembre 2013 il blocco degli automatismi stipendiali per tutto il personale scolastico, circostanza che determinò la proroga, di un anno, delle classi stipendiali e degli scatti di anzianità, con decorrenza dal 2 gennaio 2013. Questa sventurata disposizione, applicata per dare seguito all’articolo 16, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, creò, di fatto, lo slittamento di un anno della progressione di carriera e quindi della classe stipendiale di appartenenza . È molto utile sapere che per il succitato DPR 122/2013, era stato prorogato fino al 31 dicembre 2014 il blocco della contrattazione e quindi degli scatti stipendiali, ma a tal proposito era intervenuta, a restituire “giustizia”, la Corte Costituzionale.
Quindi eccoci arrivati alla sentenza n.178 della Corte Costituzionale depositata in cancelleria il 23 luglio 2015 che non riguardava direttamente le norme del blocco delle progressioni decise nel 2010 dal Governo Berlusconi né quelle reiterate dal Governo Letta nel 2013, ma si riferiva invece “all’illegittimità costituzionale del regime di sospensione della contrattazione collettiva che l’art. 16, comma 1, lettera b del decreto legge 98/2011”
Nella sentenza della Corte Costituzionale, in buona sostanza, è stata riconosciuta l’illegittimità della disposizione di legge che prorogava al 31 dicembre 2014 le vigenti disposizioni che limitavano la crescita dei trattamenti, anche accessori, del personale delle pubbliche amministrazioni”, ovvero il blocco delle progressioni economiche del personale delle pubbliche amministrazioni, operato dal 2011 fino al 31 dicembre del 2014.
Proprio in ragione di tale sentenza della Corte Costituzionale, esistono delle iniziative sindacali che puntano a fare recuperare ai lavoratori della scuola, che ne hanno fatto richiesta, l’ingiusto blocco di progressione di carriera dell’anno 2013.
È importante ricordare che di concerto tra Ministero dell’Istruzione e dell’Economia il decreto interministeriale n. 3 del 14 Gennaio 2011 ha riabilitato l’anno 2010 ai fini della progressione economica. Successivamente l’accordo tra sindacati e ARAN del 13 marzo 2013 ha previsto, grazie all’economie accertate, il recupero dell’anno 2011. Per ultimo l’accordo del 7 agosto 2014, firmato da CISL Scuola, UIL Scuola, Snals e Gilda, ha permesso di recuperare l’anzianità maturata, ai fini economici, nell’anno 2012. Nessun recupero è mai stato fatto per recuperare l’anno 2013 ai fini della progressione di carriera.
Sull’argomento del recupero dell’anno 2013 ai fini dell’anzianità di carriera, l’attuale Governo in carica, non ha ancora affrontato il problema. C’è solo da dire che il blocco degli scatti è stato avviato da un Governo di centrodestra a guida Berlusconi, dove l’attuale Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, era Ministro della gioventù e il Ministro dell’Economia era Tremonti, quindi appare quanto mai difficile che l’attuale Governo affronti per via politica il recupero dell’anno 2013 per l’anzianità stipendiale. Anche nel CCNL scuola 2019-2021 non si fa cenno ad un accordo per prevedere un recupero di queste spettanze di carriera.
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