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Recupero debiti formativi, ma con quali fondi?

E’ il momento dei risultati degli scrutini e, di conseguenza, dei debiti formativi che gli alunni poco diligenti dovranno colmare entro settembre. Naturalmente le scuole hanno l’obbligo di organizzarli e di garantire una possibilità di recupero agli alunni con lacune nelle varie discipline. E’ dal 2007, con l’allora ministro Fioroni, che il momento dei corsi di recupero estivi diventa decisivo per la sorte di tanti ragazzi.

Eppure, dietro questo obbligo, che è poi una sorta di mission, delle varie scuole, c’è una contraddizione insanabile: la scuola deve organizzare i corsi di recupero, ma con quali fondi? Come si sa, la retribuzione dei docenti è di 50 euro lordi l’ora, cifre mai viste e sentite per attività didattiche. Ma giunge la notizia che, se nel 2007 erano stati stanziati 200 milioni per il recupero, la cifra si è assottigliata via via anno per anno fino a giungere ai modici 27 milioni per quest’anno.
Purtroppo, però, gli alunni con debito non diminuiscono, i corsi bisogna farli e gli insegnanti non sono disposti a lavorare gratis, visto che la prestazione non rientra nei loro obblighi contrattuali. Subito giunge un monito dal ministro: “I fondi integrativi per i corsi di recupero si sono ridotti, ma non dimentichiamo che gli insegnanti sono ancora in servizio a luglio.”
Il che significa che gli alunni devono avere garantito un servizio, tra poco non arriveranno più soldi e i docenti dovranno lavorare gratis? Altro che 50 euro lordi all’ora…
Silvana La Porta

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