La pandemia da covid-19 ha certamente aggravato la condizione di svantaggio culturale per quegli alunni che ormai diffusamente vengono definiti a “rischio di fallimento formativo precoce e di povertà educativa” e che possono ritrovarsi in situazione di fragilità anche nei confronti della capacità attrattiva della criminalità. Il Dipartimento della famiglia della Presidenza del Consiglio e l’Agenzia per la Coesione Sociale recentemente hanno diffuso diversi avvisi indirizzati alle istituzioni scolastiche, agli Enti Locali e alle associazioni del terzo settore per costituirsi in rete al fine di creare sinergie educative che possano in qualche modo contrastare questo fenomeno che caratterizza soprattutto le periferie urbane e, comunque, quelle realtà con svantaggio socio-economico.
E’ evidente che la pandemia ha determinato per tutti gli alunni, anche nel primo ciclo d’istruzione, un ritardo generale negli apprendimenti rispetto a quanto normalmente progettato dagli istituti scolastici per cui è legittimo da parte dei docenti programmare degli interventi integrativi per colmare eventuali lacune e criticità evidenziatesi. A tal proposito, nel precedente anno scolastico, il Ministero dell’Istruzione aveva già previsto normativamente che le scuole elaborassero, in fase di valutazione finale, il “Piano di integrazione degli apprendimenti” (PIA) e il “Piano di apprendimento individualizzato” (PAI) per gli alunni con insufficienze nelle diverse discipline registrate a conclusione dello scrutinio finale, prevedendo interventi da effettuarsi nel presente anno scolastico. Considerato il permanere della situazione pandemica, tutto questo oggettivamente è risultato molto complesso nella sua realizzazione.
Una luce in fondo al tunnel, come ormai sembra apparire grazie alla vaccinazione di massa avviata sulla popolazione, permette di iniziare a pensare a come progettare in questa seconda parte dell’anno scolastico una serie di interventi integrativi per gli alunni, con la possibilità di utilizzare risorse già a disposizione delle scuole e/o provenienti da ulteriori fonti.
La possibilità di proporre l’apertura delle scuole oltre la data prevista di fine anno scolastico è una possibilità che le scuole autonome hanno in loro potere nel rispetto delle norme contrattuali.
Quello che proponiamo è un modello/scheda di progettazione, naturalmente senza pretesa di essere esaustivo, delle attività extracurricolari/integrative e di recupero con l’indicazione delle possibili risorse e con i relativi adempimenti degli organi collegiali nel rispetto della contrattazione integrativa di ogni istituto. Riteniamo utile suggerire ai docenti funzione strumentale e, comunque, alle figure organizzatorie della scuola, di prevedere le seguenti fasi di sviluppo di un piano di interventi:
Individuazione degli ambiti disciplinari di intervento coerentemente ai bisogni formativi degli alunni, agli obiettivi previsti nel PTOF e a quanto emerso nella verifica periodica (I quadrimestre o trimestre). Ad esempio si possono individuare le seguenti aree:
– Strumentalità di base:
– area linguistica (Italiano e lingue comunitarie)
– area matematica e scientifico-tecnologica (discipline STEM)
Interdisciplinarità:
– insegnamenti trasversali (metodo di studio, educazione civica, ecc.)
– insegnamenti artistico-espressivi
– ludico-sportive
– area antropologica
– ecc.
Individuazione delle risorse.
La prima risorsa già disponibile è quella dell’organico dell’autonomia. In questo caso il collegio delibera le attività da svolgere e le risorse professionali da utilizzare nel rispetto della normativa.
La seconda risorsa è quella del “Fondo dell’Istituzione Scolastica” (FIS) che deve essere già stata oggetto di contrattazione d’istituto con la RSU entro il mese di novembre. Per le attività aggiuntive svolte dal personale docente disponibile è previsto il compenso orario di € 35,00 come da CCNL scuola).
Altre importanti risorse derivano dai fondi PON FSE che sono disponibili per molte scuole, soprattutto nelle cosiddette “regioni obiettivo”, e che permettono la realizzazione di moduli formativi.
Le scuole possono beneficiare anche di risorse provenienti dagli Enti Locali e dalle Regioni che contribuiscono all’ampliamento dell’offerta formativa.
Altre risorse provengono da fonti ministeriali e governative.
Individuate le risorse disponibili, le scuole devono individuare i destinatari, i tempi di svolgimento delle attività, i sussidi didattici e gli ambienti di apprendimento.
Nell’auspicio che la curva del contagio regredisca rapidamente nei prossimi due mesi, si può pensare di programmare le attività integrative nel periodo successivo alla sospensione delle attività didattiche per il periodo pasquale.
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