Dal 1° dicembre scorso le famiglie italiane in difficoltà economica possono inviare la domanda per richiedere il Reddito di inclusione.
Il Reddito di Inclusione è una misura messa in atto dal Governo per i nuclei familiari in difficoltà economica e consiste in un contributo economico mensile e l’inserimento dei partecipanti a un progetto di reinserimento sociale e nel mondo del lavoro.
Il Rei non è un mero contributo. Si tratta di un sostegno, che va da un minimo di 190 euro al mese per un singolo a 485 per un nucleo di 5 persone, da accompagnare ad un piano di re-inserimento sociale per i soggetti disagiati. Per rientrare nella misura è necessario avere un Isee non superiore ai 6mila euro, un patrimonio immobiliare entro i 20mila e un patrimonio immobiliare entro i 10mila euro.
Dopo 18 mesi il beneficio può essere rinnovato, al massimo per un anno, ma solo dopo che siano trascorsi almeno 6 mesi dalla data di cessazione del godimento della prestazione.
L’erogazione dell’importo viene caricato sulla carta Rei, strumento con il quale sarà possibile acquistare una serie di beni, ma sarà utilizzabile anche come bancomat per prelevare fino alla metà dell’importo erogato mensilmente.
Questa misura sostituisce il sostegno all’inclusione attiva (SIA) e l’assegno di disoccupazione (ASDI) per i disoccupati a fine NASpI.
Per beneficiare del Reddito di inclusione i requisiti sono i seguenti:
Priorità, in questa fase, a nuclei familiari con figli minorenni; figli con disabilità, anche maggiorenni; donne in stato di gravidanza; componenti disoccupati che abbiano compiuto 55 anni.
Con la circolare 22 novembre, n. 172 l’Inps ha fornito le istruzioni fornisce le prime istruzioni amministrative sul Reddito di inclusione: come funziona, i requisiti, la domanda, la decorrenza, le sanzioni.
Verranno identificati sulla base di una valutazione preventiva del bisogno del nucleo familiare, che terrà conto anche della situazione lavorativa e del profilo di occupabilità, dell’educazione, istruzione e formazione, della condizione abitativa e delle reti familiari, di prossimità e sociali della persona.
Si delineerà così un progetto personalizzato, finalizzato a superare la condizione di povertà del nucleo familiare, che conterrà i servizi e gli interventi specifici necessari, che si affiancheranno al beneficio economico, nonché gli impegni a svolgere specifiche attività, cui il beneficio economico è condizionato
La domanda deve essere presentata ai Comuni o altri punti di accesso, identificati dai Comuni stessi, sulla base dell’apposito modulo predisposto dall’Inps e scaricabile a questo link.
Nel giro di pochi giorni (i primi assegni arriveranno a gennaio) è già tutto esaurito nei Comuni e nei centri Caf, presi d’assalto dai cittadini in cerca di assistenza. A Palermo, ad esempio, già più di 7mila richieste. La platea potenziale è stimata attorno ai 500 mila nuclei familiari e 1,8 milioni di persone.
L’avvio del Rei influirà già dal 2017 sulle certificazioni Isee, che dovrebbero aumentare di oltre 500mila unità.
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