Home Archivio storico 1998-2013 Generico Referendum a Bologna sui finanziamenti alle paritarie, per la diocesi distruggere è...

Referendum a Bologna sui finanziamenti alle paritarie, per la diocesi distruggere è facile

CONDIVIDI
Finanziare la scuola paritaria con i soldi pubblici  è una diatriba che va avanti da decenni. E di cui nei prossimi giorni si riprenderà a parlare con insistenza. Da qualche settimana a Bologna è stato infatti deciso di avviare referendum consultivo, già fissato per il prossimo 26 maggio: le autorità locali, in sostanza, vogliono sapere qual è il pensiero della cittadinanza sull’annosa questione.
Da alcuni giorni assistiamo ad interventi spesi a favore del mantenimento dell’attuale assetto, quindi per confermare le sovvenzioni del Comune. Nelle ultime ore si mossa anche, in questa direzione, la parte cattolica della città. A nome della quale ha parlato il vicario generale della diocesi di Bologna monsignor Giovanni Silvagni, che esprime così la preoccupazione per il referendum: “distruggere è molto facile – ha detto il prelato -, in un attimo si può distruggere un lavoro paziente di cucitura, di tessitura di rapporti che ha impegnato intere generazioni. In un attimo tutto può essere distrutto. E quando, per fare questo, si fa leva anche su un disagio sociale, su un’indignazione generale che oggi si ha verso le istituzioni” è “una pagina triste della vicenda collettiva del nostro vissuto sociale”.
Sempre riferendosi ai finanziamenti alle scuole paritarie, per molte situazioni, ha proseguito Silvagni, il tema “é questione di vita o di morte. Stare al mondo interessa a tutti, morire dispiace”. Poi, a margine di una conferenza stampa, Silvagni ha quindi ribadito il proprio pensiero sul tema: “Addolora essere trascinati controvoglia in una polemica che inevitabilmente assume i contorni di un uno scontro ideologico, di massimi sistemi, tra buoni e cattivi. Quando invece la realtà è molto più semplice, più modesta”. A rischio, per l’arcidiocesi c’é “uno spirito di collaborazione e di rispetto e riconoscimento reciproco tra valori differenti e una collaborazione organica tra diverse fasce della società costruita negli ultimi sessant’anni”.