Referendum a Bologna sui fondi pubblici alle paritarie, il Pdl si schiera con la Cei
Mancano ancora venti giorni al referendum bolognese del 26 maggio sulle scuole paritarie, ma gli animi sono già accesi. E il popolo dei favorevoli e dei contrari si sta sempre più plasmando. Soprattutto per l’entrata in campo dei raggruppamenti politici. Nelle ultime ore tra coloro che non gradirebbero una negazione dei fondi comunali a favore delle scuole non statali, si è schierato anche il Pdl: a farlo sono sia la responsabile scuola Elena Centemero e il coordinatore regionale Filippo Berselli. “Il sistema delle scuole materne paritarie – spiegano i due in una nota congiunta – è un servizio pubblico fondamentale per tante famiglie bolognesi, un sistema nato più di vent’anni fa che è assurdo mettere sotto accusa e discuterne il finanziamento. La presenza di scuole dell’infanzia statali, comunali e paritarie é una ricchezza per Bologna e per tutte le città italiane”. Per gli esponenti del Pdl “con le risorse destinate alle scuole dell’infanzia paritarie il Comune potrebbe infatti garantire poco meno del 10% dei posti convenzionali. E le famiglie? Dietro questo referendum c’é solo una miopia ideologica”.
Continua, intanto, il pressing della Cei sull’opinione pubblica. Stavolta ad esprimersi è stato direttamente il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, nel corso dell’omelia alla Messa celebrata per il convegno “Laboratorio Scuola”. Secondo il monsignore il ruolo dei cristiani nell’educazione, anche attraverso le scuole paritarie, è a rischio non tanto quando ci sono delle persecuzioni o quando vengono tagliate risorse ma “la difficoltà più grande sta nella perdita della tensione ideale”. Crociata ha sottolineato ancora: “La scuola ci sta a cuore” e, ha sottolineato, rimane viva sempre la necessità di “nuove vocazioni educative”.
Tra i politici che, invece, la pensano in modo diametralmente opposto figura Franco Grillini, il consigliere regionale del Gruppo Misto: “trovo onestamente inquietante l’intervento massiccio e a palle incatenate dell’intera struttura ecclesiastica romano-cattolica”, ha detto Grillini. “Già mi lascia perplesso l’interventismo della curia bolognese, figuriamoci quello della Cei e del cardinal Bagnasco a proposito dell’interpretazione dell’articolo 33 della Costituzione dove si vuol far credere che sia la Chiesa cattolica a finanziare lo Stato e non viceversa. Come si sa – prosegue Grillini – la Costituzione per i clericali si interpreta a seconda dei propri interessi per cui l’articolo 33 che vieta espressamente i finanziamenti pubblici alle scuole private si può bypassare mentre per esempio l’articolo 29 sulla famiglia va interpretato come divieto assoluto al matrimonio gay, il che palesemente non è”. A giudizio di Grillini, ancora, “il punto rimane sempre lo stesso: si usano fondi pubblici non per una scuola laica e ‘sussidiaria’ alle difficoltà di rispondere alla domanda da parte degli enti locali, ma per fare una scuola dove tra l’altro si insegna la religione cattolica a bambini piccolissimi figli di persone che per lo più avrebbero preferito la scuola pubblica. Questa non è libertà e nemmeno libertà di insegnamento. Inquieta poi anche lo schieramento politico che, forse non a caso, riproduce perfettamente le larghe intese nazionali – chiosa il consigliere regionale – e da questo punto di vista fanno veramente sorridere le accuse di ideologismo ai referendari perché l’ideologia è proprio quella che si ammannisce nella scuola privata clericale con i soldi della collettività”.