Sono 4 i quesiti che potrebbero essere sottoposti a referendum, nel tentativo di abrogare le disposizioni considerate più negative dell’intera legge 107 sulla “Buona Scuola”.
La decisione finale sul referendum sulla legge 107 è stata assunta nella giornata del 27 febbraio nel corso di un incontro nazionale al quale hanno partecipato i diversi soggetti che stanno sostenendo questa battaglia (si va dal Comitato per la LIP, dalla Flc-Cgil alla Gilda, fino a Unicobas,Cobas e a numerose associazioni di base).
La raccolta delle firme prenderà avvio nel prossimo mese di aprile e dovrà concludersi nell’arco di tre mesi.
Il “pacco” delle firme raccolte dovrà essere presentato all’Ufficio Centrale per il referendum entro il 30 settembre.
I quesiti, come abbiamo detto, saranno quattro e riguarderanno lo school bonus, i poteri dei dirigenti scolastici, l’alternanza scuola-lavoro e la valutazione dei docenti.
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Per quanto concerne lo school bonus verrà richiesta la cancellazione di quelle disposizioni della legge 107 che creerebbero, secondo il comitato promotore, un beneficio di fatto riservato alle scuole private; “le erogazioni liberali non dovranno più essere riservate alle singole scuole, ma all’intero sistema scolastico”.
Per quanto attiene i poteri del dirigente scolastico il comitato promotore chiede che venga cancellata la disposizione che prevede la chiamata diretta degli insegnanti da parte del dirigente scolastico sugli ambiti territoriali per incarichi solo triennali.
Per l’alternanza scuola-lavoro viene chiesta l’abrogazione dell’obbligo di 200 ore nei licei e 400 ore nei tecnico-professionale, lasciando le scuole libere di organizzare tali attività come hanno sempre fatto.
Infine in materia di valutazione del merito da parte del dirigente scolastico, si chiede una abrogazione parziale dei relativi commi, allo scopo di ripristinare le funzioni precedenti del comitato di valutazione secondo il “vecchio” Testo unico 297/94; in tale ipotesi l’attribuzione del fondo per la valorizzazione dei docenti verrebbe demandata alla contrattazione integrativa di istituto.
Se la Corte Costituzionale darà il via libera, il referendum potrà svolgersi l’anno prossimo, fra aprile e giugno, sempre che nel frattempo le Camere non vengano sciolte per eventuali elezioni politiche anticipate.
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