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Referendum e Regionali, i partiti di Governo tengono: Azzolina rimane all’Istruzione

La sfida politica delle Elezioni Regionali del 20 e 21 settembre è pari e patta: mancano i dettagli, ma possiamo dire che Campania, Puglia e Toscana vanno al centro-sinistra; mentre Marche, Veneto e Liguria se li aggiudica il centro-destra. Anche dall’esito del Referendum costituzionale, che ha fatto registrare il 53,84% di affluenza e quasi il 70% del sì alla riduzione del numero di parlamentari con la modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione, non sono giunte sorprese. Per il Governo targato M5S-PD, quindi, si parla già di pericolo scampato.

Il primo che sembra uscire “indenne” dalla tornata elettorale è il premier Giuseppe Conte: ora, dopo il messaggio di tenuta delle urne, il presidente del Consiglio potrà dedicarsi con il massimo impegno al progetto europeo del Recovery fund per portare all’Italia oltre 200 miliardi di euro (con parte consistente da assegnare Scuola, Università e Ricerca).

La maggioranza

Ma l’esito del voto sembra scongiurare pure l’ipotesi di rimpasto. Quindi, salvo ripensamenti, la stessa ministra Lucia Azzolina, che figurava tra i più in bilico, dovrebbe rimanere a capo del dicastero bianco di Viale Trastevere. “Non cadiamo in questo tranello”, ha detto il leader del Pd, Nicola Zingaretti, riferendosi ai cambi di ministri.

Zingaretti ha anche detto, al Nazareno, che “il No avrebbe purtroppo bloccato la speranza di cambiare anche le istituzioni ma il Pd farà di tutto per rappresentare anche le preoccupazioni che hanno portato tanti cittadini a votare No. Quelle posizioni le sentiamo nostre”.

“Visto che c’è convergenza su questo aspetto voglio rivolgere un invito sia al fronte dei sì che al fronte del no: riduciamo anche gli stipendi dei parlamentari e si faccia una legge elettorale proporzionale”,  ha detto Luigi Di Maio durante una dichiarazione alla Camera.

Le opposizioni

“Da nord a sud – ha scritto la leader di FdI Giorgia Meloni – Fratelli d’Italia è l’unico partito che cresce in tutte le regioni al voto”.

“La vittoria del sì – ha però detto Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati – non è certamente la vittoria di Di Maio o del Movimento 5 Stelle. In Parlamento, pur rilevando moltissime criticità, un largo schieramento di forze ha approvato la riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari. Forza Italia ha lasciato libertà di voto ai suoi elettori, grazie alla lungimiranza del Presidente Berlusconi”.

“Adesso speriamo che, passate le elezioni, i voti che Conte doveva prendere li ha presi e speriamo di essere coinvolti. Ripeto che 15 regioni su 20 sono amministrate dalla Lega e dal centrodestra, 15 su 20, e poi ciascuno faccia le sue considerazioni”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, in conferenza stampa nella sede del Carroccio in via Bellerio a Milano. Su Facebook, invece, sempre Salvini ha tenuto a precisare: “Non chiedo elezioni anticipate”.

Seggi alternativi alle scuole

Intanto, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha annunciato che ci “sono 375 comuni che hanno trovato seggi alternativi alle sedi scolastiche: è stato avviato un tavolo perchè quanto prima si vada avanti su questa strada per evitare che si debba votare nelle strutture scolastiche”.

Alessandro Giuliani

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