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Referendum, Gelmini non andrà a votare. Gli studenti sì

I quattro referendum, sui quali i cittadini italiani sono chiamati ad esprimersi il 12 e 13 giugno, hanno tra gli studenti diversi adepti: il 9 e 11 giugno, infatti, si sono svolte delle iniziative per convincere l’opinione pubblica sull’importanza di recarsi alle urne e sottoscrivere quattro sì. A differenza di quanto espresso dal ministro Gelmini, la Rete degli studenti, Unione degli universitari e Rete della Conoscenza ritengono fondamentale porsi in difesa dell’acqua, definito un bene comune troppo prezioso da mercificare, ma anche contro il nucleare e per una giustizia uguale per tutti.
Tra le iniziative diversi concerti, banchetti informativi e flash-mob vari. Ma soprattutto tanti bagni cittadini.
Durante l’ultimo giorno di campagna elettorale, gli studenti della Rete della Conoscenza si sono tuffati nelle fontane delle principali piazze del Paese: un “Tuffo al Quorum” (così è stata chiamata l’iniziativa) si è svolto nella capitale (piazza della Repubblica), a Napoli (piazza Trieste e Trento), a Milano (piazza Castello), a Bari (piazza Umberto), Padova (Prato della Valle e Piazza delle Erbe) ed in diverse altre città.
Vincendo questo referendum – hanno affermato ironicamente i ragazzi della Rete della Conoscenza – faremo venire un tuffo al cuore a chi vuole privatizzare l’acqua e specularci su, tanto quanto alle lobby energetiche che vogliono rovinare la nostra salute con il nucleare o a chi non vuole essere uguale davanti alla legge“.
In piazza Navona, a  Roma, gli studenti dell’Unione degli Universitari e della Rete degli studenti, travestiti da “Banda Bassotti”, hanno rubato l’acqua pubblica dalla fontana di piazza Navona per depositarla nella vicina banca, mettendo in scena “esattamente quello che sta tentando di fare questo governo: svendere un bene primario e accessibile a tutti a una cricca di goffi ladri”. Contemporaneamente gli studenti di tutta Italia da Padova a Palermo passando per Brescia, Parma, Cagliari, Perugia, Ferrara, Ancona, Napoli e Catania hanno depositato migliaia di euro di acqua pubblica nelle banche delle città.
Non accettiamo che un bene pubblico come l’acqua – ha spiegato la portavoce della Rete degli studenti, Sofia Sabatino – possa diventare una merce nelle mani di pochi, soggetta alle leggi del mercato e ai guadagni dei soliti noti”.
La presa di posizione delle associazioni studentesche stride, peraltro, con quanto espresso, l’8 giugno, dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini: a margine della conferenza sugli esiti del primo anno di sperimentazione del merito, applicato a docenti e scuole, il responsabile del dicastero dell’Istruzione ha detto che “non si recherà alle urne”. Il motivo è da ricercare nel fatto che questa tornata referendaria viene considerata dalla maggioranza, Premier in testa, una sorta di “trappolone” preparato dalla sinistra per mettere in difficoltà in Governo. E da cui sarebbe il caso si difendersi disertando i seggi.
Alessandro Giuliani

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