Uil-Scuola parteciperà alla raccolta delle firme s sostegno del referendum abrogativo di alcune norme contenute nella legge 107.
E’ quanto emerge da un comunicato diramato nelle ultime ore dalla segreteria nazionale del sindacato di Pino Turi.
Per la verità secondo Uil-Scuola “il referendum sulla legge 107 è una strada incerta e difficile che accentua lo scontro politico e rischia di trasformarsi in una resa dei conti extraparlamentare, per coloro che, nelle aule parlamentari, avrebbero potuto edovuto fare di più e meglio per impedire l’approvazione di norme sbagliate”.
Ciononostante il sindacato di Pino Turi ritiene che “i quesiti che riguardano i poteri affidati impropriamente ai dirigenti scolastici, la chiamata diretta, lavalutazione dei docenti e dei dirigenti, rappresentino valide ragioni per tentare una strada difficile”.
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E poi la dichiarazione a sostegno della raccolta delle firme: “Questa è una battaglia cui vogliamo partecipare; oltre a firmare per i quesiti del referendum, ci attiveremo per raccogliere nelle scuole tantissime firme. Il risultato dellapetizione rappresenterà il segno dell’opposizione alla legge del Governo sulla scuola”.
Anche se, forse, il vero obiettivo della Uil Scuola potrebbe essere un po’ diverso: “Il Parlamento per evitare l’esposizione sui quesiti referendari, potrebbe modificare esso stesso le norme sbagliate della 107/2015 e (ri)dare voce ai cittadini per aprire un dibattito pubblico sul futuro della scuola pubblica.”
Come dire: raccogliamo centinaia di migliaia di firme, mettiamo il Governo alle strette e costringiamolo in qualche modo a modificare i 4 commi oggetto di referendum in modo da evitare di dovere di ricorrere ad una consultazione popolare che potrebbe rivelarsi rischiosa per la maggioranza.
Ottima strategia, peccato che il Governo potrebbe lasciare che il referendum si faccia, nella convinzione, non del tutto infondata, che non si arriverà neppure a mettere insieme il quorum necessario per rendere valida la consultazione.
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