Categorie: Politica scolastica

Referendum: lo sconforto del mondo della scuola

L’esito del referendum sta già provocando qualche contraccolpo nel mondo della scuola. 

A partire dalla tarda serata di domenica sui sociali network i commenti e i paragoni su quanto potrebbe accadere con il referendum contro la legge 107 si sprecano.
Moliti osservano che se in questo caso è andato a votare un elettore su tre, non c’è davvero da pensare che un referendum sulla scuola possa smuovere gli elettori più di tanto.
Anzi non mancano i post di chi teme che, se anche si dovesse raggiungere il quorum, il risultato del voto potrebbe non andare affatto nella direzione sperata.

 

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“Gran parte dell’opinione pubblica – si legge in molti post – non stanno dalla parte degli insegnanti; anzi, gli insegnanti continuano ad essere percepiti come quelli dei tre mesi di vacanza e come coloro che non vogliono essere giudicati da nessuno”.
Per certi aspetti il referendum del 17 aprile potrebbbe però servire a migliorare un po’ il dibattito nel mondo della scuola  e a far riflettere sulla reale possibilità di vincere la battaglia per l’abrogazione della legge 107 (o meglio di alcune parti di essa).
Intanto è del tutto evidente che solo se si affiancherà ad altri quesiti referendari di grande interesse generale, come per esempio quello sul jobs act, il referendum sulla legge 107 avrà qualche possibilità concreta di richiamare l’attenzione di 26 milioni di italiani (tanti sono, più o meno i voti necessari per rendere valida la votazione). 
Quanto poi a ottenere i 13 milioni di voti indispensabili per vincere il referendum e per ottenere la cancellazione delle norme della 107 considerate del tutto inaccettabili, è ancora un altro discorso.  
Se davvero il popolo della scuola vorrà vincere dovrà forse evitare di presentare il referendum come un voto pro o contro il Governo, scenario che probabilmente non ha favorito la partecipazione al voto del 17 aprile. A meno che l’obiettivo non sia davvero quello di poter dire all’indomani del voto che “milioni di italiani sono contro Renzi”.
Se la partita non verrà giocata con attenzione c’è anzi il rischio che – come ha ironicamente scritto una lettrice in un post su FB – “dopo la 107 ci beccheremo pure la 108”.

 

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Reginaldo Palermo

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