Il no dei cittadini al referendum è “un no di sopravvivenza, di legittima difesa”, di chi “non vuole essere serva di nessuno: né della Merkel, né di Napolitano, né di Monti, delle banche”.
Lo ha detto, domenica 2 ottobre, il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, a margine dell’inaugurazione della ‘Scuola di formazione politica’ a Milano.
Il segretario del Carroccio ha annunciato che dal 13 novembre, il giorno dopo la manifestazione leghista in programma il 12 novembre a Firenze, inizierà un tour in camper per l’Italia per fare campagna per il no al referendum.
Il nostro diniego alla riforma costituzionale, ha spiegato, “guarda al futuro e alla democrazia: la riforma di Renzi cancella la libertà, per i prossimi cinquanta anni, di votare su ogni idiozia che arriverà dall’Europa”.
“Il Pd renziano – ha ribadito Salvini – ha tanti soldi da spendere e tanti ‘amichetti’, dalla Confindustria, alla Coldiretti alle banche, alle associazioni, ai finanzieri, ai massoni, ai sindacati. Noi non abbiamo tanti soldi, ma tante teste, tanti cuori, tanti cittadini che non vogliono vivere schiavi. Renzi può anche spendere miliardi per dire di votare sì, ma gli italiani non ci cascano più”.
“La democrazia è quella che viene esercitata oggi in Ungheria, dove i cittadini votano per dire no all’invasione programmata da Bruxelles”, ha aggiunto Salvini parlando del referendum che si svolge in Ungheria sulle quote di migranti decise dalla Commissione europea.
Per il leader della Lega Nord, anche che in Ungheria “la vittoria del no alle quote sarà l’espressione della democrazia degli ungheresi, anche se domani i giornali diranno che hanno vinto la paura e i populisti. Perché in questo momento storico, chi dice di no ai migranti è brutto, cattivo e infettivo”.
Come in occasione delle elezioni politiche, regionali, comunali ed europee, il “popolo” della scuola e dell’Istruzione, anche per l’esito del referendum costituzionale rappresenta un bacino molto importante: se si conta il personale, ma acnhe gli studenti maggiorenni e le famiglie, sono in ballo milioni di sì o di no. Che potrebbe diventare determinanti per l’esito finale della contesa.
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