La verità sul ferendum abrogativo di 4 norme della legge 107 sta finalmente venendo a galla: le firme depositate presso la Corte di Cassazione non erano 500mila.
Già alcune settimane addietro avevamo dato questa notizia che però era stata rilanciata da altre testate, anche nazionali, in modo un po’ diverso.
Adesso abbiamo la certezza: nella mattinata del 15 novembre la Corte di Cassazione ha depositato l’ordinanza con la quale si certifica che le firme consegnate sono meno di 500mila.
La versione che era stata accreditata era che le firme c’erano ma la Cassazione non le aveva convalidate tutte.
In realtà fino al momento della consegna delle firme il Comitato referendario aveva continuato a dire che le 500mila firme c’erano tutte; quindi a questo punto le ipotesi sono due: o il Comitato (o almeno i suoi “vertici”) sapeva che le firme non c’erano oppure c’era davvero la convinzione di aver raggiunto l’obiettivo.
L’ipotesi più semplice è che il numero delle firme fosse davvero molto vicino a 500mila e che quindi si sia trattato di un banale errore nei conteggi.
In ogni caso è fuori dubbio che ci sia stato un deficit organizzativo su cui forse il fronte anti-107 dovrebbe incominciare a riflettere.
Le domande sono molte, ma ad una più di tutte sarebbe opportuno dare una risposta:ma siamo proprio così sicuri che la battaglia contro la 107 sia considerata centrale dal “popolo della scuola”?
Non dimentichiamo che i dipendenti del Miur sono all’incirca un milione (altri 200mila sono i precari della scuola che in qualche modo sono coinvolti dalla riforma): come è potuto accadere che neppure la metà di loro abbia firmato per il referendum?
I due sindacati principali che hanno sostenuto la raccolta delle firme (Flc-Cgil e Gilda) contano 200mila iscritti: visto il risultato finale c’è da pensare che neppure gli iscritti abbiamo firmato per l’abrogazione.
Per intanto va segnalata la presa di posizione di Susanna Camusso, leader della Cgil: il fatto che non si sia raggiunto il numero di firme necessario per il referendum “non vuol dire che si sospende la battaglia sulla scuola e sulla ‘Buona scuola’, che come noto per noi buona non è”.
Subito dopo, Camusso aggiunge che “il sindacato si deve impegnare su una rilessione per capire come mai non ha raggiunto il numero di firme necessario”.