Per noi non è sufficiente la caduta del Governo: il nostro primo obiettivo è riprendere la lotta contro la legge 107 fino al suo completo ritiro.
A sostenerlo l’Usb Scuola, all’indomani dell’esito fortemente negativo sul referendum di riforma costituzionale proposta dal Governo Renzi.
Secondo il sindacato di base, il risultato dell’urna avrebbe confermato che “Cgil, Cisl, Uil e Snals non hanno il controllo dei lavoratori della scuola, che ormai evidentemente rappresentano solo formalmente, essendo lontani anni luce dai reali bisogni dei docenti e del personale Ata”.
A ancora: “Nonostante le dichiarazioni di voto di facciata della Cgil, ancora pochi giorni fa abbiamo assistito alla farsa dell’accordo politico sul rinnovo dei contratti, un inutile spot elettorale a sostegno del governo Renzi e dal valore contrattuale nullo oltre che ridicolo visti gli 85 euro lordi promessi”.
Sempre secondo Usb, quindi, “i lavoratori della scuola bocciano il governo che ha imposto loro la legge 107, l’alternanza scuola-lavoro, gli ambiti territoriali, il bonus di valutazione, la chiamata diretta dei presidi e la mobilità coatta”.
Pertanto, “non serve attendere che le analisi dei flussi elettorali rendano evidente il ruolo dei lavoratori della scuola in questa vittoria – già chiaro da qualche settimana – per aprire una nuova fase propulsiva di rilancio delle lotte e smantellare, così, le indegne politiche scolastiche degli ultimi anni”.
“Il voto del 4 dicembre dimostra che USB Scuola prosegue il percorso di informazione e resistenza nelle scuole e chiede un incontro immediato al futuro ministro dell’Istruzione per aprire, finalmente, un dialogo serio per la ricostruzione della scuola pubblica statale a partire dall’abrogazione della legge 107”, conclude Usb Scuola.
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