Torna, puntuale come ogni anno, la polemica sui regali di Natale per le maestre da parte dei genitori. E, come ogni anno, con l’avvicinarsi di dicembre le chat di WhatsApp delle mamme iniziano a riempirsi di messaggi in cui si chiede compulsivamente: “Cosa regaliamo alle maestre?”.
Da qui un fiume di opinioni e di figure che sicuramente si ritrovano in ogni classe. Innanzitutto c’è chi non vuole partecipare perché crede che si tratti di un’usanza ormai vecchio stampo, che le maestre meritano rispetto e non certo un pensierino natalizio che lascia il tempo che trova, e che il loro sia un lavoro.
C’è chi invece crede che non regalare nulla sia deplorevole, quasi una vergogna, uno sgarro nei confronti delle maestre. Poi, posto che si decida che qualcosa vada regalato, le discussioni si infiammano sull’oggetto da donare.
C’è chi va sul classico, con cornicette, segnalibri, palle da mettere sull’albero di Natale, portafoto. C’è poi chi invece pensa che, se proprio bisogna regalare qualcosa, è meglio fare un regalo solidale. Ma non tutti, a volte, sono d’accordo, e può capitare che qualche mamma addirittura si dissoci e lo faccia a parte se non è d’accordo con le altre.
Insomma, si tratta di una questione che si porta strascichi per un mese, che a volte può portare a litigi, divisioni, malumori tra i genitori di una classe. Ma cosa ne pensano, invece, le docenti?
Un articolo della giornalista Arianna Cavallo pubblicato l’anno scorso su Il Post è esemplificativo: “Un’insegnante che lavora in un nido in provincia di Bergamo mi ha raccontato, per esempio, che ‘nei miei 13 anni di esperienza ho ricevuto VALANGATE di bagnoschiuma, un altrettanto numero indefinito di CANDELE, rari braccialetti con frasi motivazionali e fotolibri dei bambini (ecco questo forse il peggiore!)’, che sono finiti lasciati in asilo a disposizione delle educatrici o di bambine e bambini, riciclati a suocera e parenti o dimenticati nel bagagliaio della macchina fino all’agosto dell’anno successivo”.
“È una posizione condivisa da molti educatori. Anche un’insegnante di sostegno in una scuola elementare di Milano mi ha detto che ‘si parla tanto della scuola che crolla, che non ci sono soldi… io sarei per darne alla classe o alla maestra per gestirli a seconda delle necessità della classe’: è così che si aiuta a ‘fare meglio la didattica e a fare meglio la maestra, non comprandole cose per ringraziarla perché fa il suo dovere’. E aggiunge che a pensarci bene ‘deontologicamente non andrebbero neanche accettati’, un’idea in cui non mi voglio neanche addentrare. Ricorda anche, va detto, di aver ricevuto in regalo una sciarpa che fu ‘una mezza vittoria’ perché gliel’aveva fatta ‘la nonna sarta con cui viveva un alunno’ e che all’inizio era piuttosto chiusa”.
“Realizzo che non tiene affatto conto che in classe ci siano bambini di altre religioni, famiglie con una disponibilità economica probabilmente non larghissima o con molti figli che moltiplicano gli insegnanti da onorare. Mi sembra una buona idea celebrare il lavoro degli educatori comprando qualcosa di utile per tutta la classe e lasciare i regali più personali all’iniziativa dei singoli (con il rischio che poi il conformismo si sposti lì e si faccia a gara a chi scrive la letterina più commovente). Soprattutto, liberarci dal rito collettivo potrebbe aprire la strada a regali che fanno davvero piacere. O forse gli insegnanti arriveranno alle feste con il terrore di non ricevere niente. Quel che è certo è che noi genitori non possiamo farcela da soli: insegnanti, aiutateci, quest’anno fatecelo voi il regalo e chiedeteci di non farvene più”, ha concluso con sarcasmo.
Come abbiamo più volte scritto, il docente non può chiedere, né sollecitare, per sé o per altri, regali o altre utilità; non può accettare, per sé o per altri, regali o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore effettuati occasionalmente nelle normali relazioni di cortesia e nell’ambito delle consuetudini.
Ma cosa si intende per regali di modico valore? Anche in questo caso il codice è esplicito e chiarisce che, in via orientativa, non si dovrebbe oltrepassare il tetto dei 150 euro di spesa, foss’anche in forma di sconto concesso per un servizio.
Ma va anche detto che spetta alle singole amministrazioni, dunque alle scuole, stabilire eventualmente limiti inferiori o addirittura escludere del tutto la possibilità che i docenti ricevano regali, un’opzione più che legittima laddove, ad esempio, in quartieri particolarmente disagiati, con alti tassi di disoccupazione, il regalo, seppure di ridotto importo, potrebbe mettere in difficoltà le famiglie sul fronte economico; e dunque in tali circostanze sarebbe una scelta etica, quella di dare lo stop alla prassi dei cosiddetti regali di fine anno.
Al di fuori dai casi consentiti, se un docente ricevesse un regalo, esso dovrebbe essere subito messo a disposizione dell’istituzione o restituito al mittente dallo stesso docente cui sia pervenuto.
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