Il caso del liceo “Fermi” di Cosenza, dove nello scorso anno scolastico era stato fatto il tentativo di organizzare corsi di recupero per gli studenti ponendo le spese a carico delle famiglie è arrivato anche in Parlamento.
Nei giorni scorsi, infatti, in Commissione Cultura del Senato, il sottosegretario Roberto Reggi ha risposto ad una interrogazione di Michela Montevecchi e altri senatori del M5S.
Due sono i punti della risposta che vale la pena sottolineare.
Intanto Reggi ha segnalato che il 3 ottobre del 2013 il consiglio di istituto della scuola aveva deliberato di avviare attività di supporto da retribuire con i contributi delle famiglie, senza tuttavia approvarne il relativo regolamento e che successivamente la delibera era stata revocata.
Pare di capire insomma che l’attività, ove regolamentata, sarebbe da considerare legittima.
Altrettanto interessante il secondo punto della risposta, quando Reggi ha ricordato che “per garantire un’offerta formativa adeguata, le istituzioni scolastiche potranno fare affidamento sulle risorse del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (MOF)” ed ha sottolineato che “è intenzione del Governo stabilizzare le risorse destinate al MOF su dei livelli congrui per consentire alle scuole un’adeguata e tempestiva programmazione basata su unbudgettriennale, nell’ottica di ridare così centralità alla missione formativa”.
Ovviamente resta da capire cosa si intenda precisamente per “budget triennale” anche se è probabile che si voglia “giocare” sul fatto che talora nelle scuole si registrano degli avanzi del fondo pensando quindi che, con una programmazione pluriennale, si potrebbe in qualche modo “razionalizzare” spesa e interventi.
Quanto poi alla “stabilizzazione” del MOF, Reggi ha usato lo stesso termine a cui ha fatto ricorso Stefania Giannini in alcune circostanze. Ma se l’idea del Ministero è di stabilizzare il fondo sulle cifre attuali (per il 2014/2015 è previsto un importo leggermente superiore a quello dello scorso anno), è difficile che le scuole possano davvero rispondere pienamente alle esigenze formative degli studenti. Basta considerare il fatto che le somme attuali sono meno della metà di quelle disponibili 3 anni fa. Per risolvere seriamente il problema del MOF, più che di stabilizzazione bisognerebbe parlare di congruo aumento.
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