Attualità

Regionalizzazione, anche l’Anquap contraria: “No a offerte formative differenziate”

No a una scuola che proponga offerte formative differenziate a seconda delle Regioni di appartenenza.

Lo dice Giorgio Germani, presidente dell’Anquap (Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche), in una lettera recapitata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e a diversi altri esponenti di Governo, in cui prende una posizione netta sul fronte della scuola in tema autonomie regionali differenziate.

“Tra le materie che possono determinare un’autonomia regionale differenziata – spiega Germani – vi è anche l’istruzione, che è prevista sia come legislazione esclusiva dello Stato che come legislazione concorrente fra lo Stato e la Regione. È altresì doveroso tenere in considerazione altre norme costituzionali che debbono guidare le scelte dello Stato per l’eventuale attribuzione alle Regioni di ulteriore autonomia in tema di istruzione”.

“Se la trama delle norme costituzionali affida all’istruzione il rango di diritto fondamentale ed universale per tutti i cittadini, prosegue il presidente Anquap, nel rispetto formale e sostanziale del principio di uguaglianza e di indivisibilità della Repubblica, è evidente che risulta inammissibile l’istituzione ed organizzazione di scuole pubbliche in condizioni differenti da Regione a Regione. Se si dovesse pervenire ad attribuzioni diversificate tra Regioni, con maggiore autonomia per talune che la richiedono, sarebbe comunque impossibile che le scuole istituite dallo Stato presentino un’offerta formativa che non sia uguale per tutti coloro che ovunque le frequentano. Peraltro, risulta oggettivamente insormontabile il precetto costituzionale che impone allo Stato l’istituzione di scuole per tutti gli ordini e gradi in ogni parte del territorio nazionale. Sarebbe, inoltre, manifestamente illogico sotto ogni profilo che lo Stato accettasse di soggiacere ad una legislazione regionale sulle scuole che ha il dovere di istituire ed organizzare, assumendo i relativi oneri anche sul personale alle proprie dipendenze”.

“Diversamente si pone, invece, conclude Germani, l’ipotesi di concedere alle Regioni maggiore autonomia sulle scuole regionali (paritarie) che come Ente intendesse istituire direttamente e a proprio carico. Potrebbe innestarsi una competizione virtuosa tra scuole statali e scuole regionali a tutto vantaggio degli alunni e delle loro famiglie ed anche del sistema economico/produttivo”.

 

 

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Redazione

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