“Bussetti dice che la scuola su base regionale è un’opportunità? Io non credo che possa continuare a fare il ministro dell’Istruzione”: è stato molto duro il commento del primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris, a margine di un’iniziativa del movimento DeMA nel commentare le ultime dichiarazioni del ministro dell’Istruzione sulla regionalizzazione.
“L’autonomia – aveva detto il ministro dell’Istruzione – rappresenta una opportunità che potrà essere valutata da tutti in tutte le forme e tutti gli aspetti, siamo solo all’inizio. Le parti sociali saranno interessate come tutti gli attori del mondo della scuola. La discussione è aperta”.
Secondo De Magistris il vero volto del ministro è quello mostrato qualche giorno fa, nel corso di una visita Cairano, dove Marco Bussetti avrebbe “mostrato tutta la sua ignoranza e mancata conoscenza dei fatti, mostrando disprezzo per i meridionali e gli insegnanti”.
“Oggi – ha replicato il sindaco di Napoli – dice che la scuola su base regionale è un’opportunità e pertanto non credo che possa continuare a fare il ministro dell’Istruzione perché se c’è un pilastro dell’unità d’Italia è l’istruzione uguale per tutti, da Lampedusa a Bolzano, da Aosta a Reggio Calabria”.
“Il vero obiettivo del Governo però – ha concluso De Magistris – è produrre la secessione dei ricchi, la distruzione dell’unità nazionale solo per gli interessi di qualcuno e non per gli interessi del nostro Paese. Io penso che quanto prima questo ministro abbandonerà le sue funzioni, prima si salverà la scuola pubblica del nostro Paese”.
Solo alcuni giorni fa, sempre a seguito delle dichiarazioni rilasciate in Campania, anche i lettori della Tecnica della Scuola hanno espresso il loro giudizio negativo votando il sondaggio proposto sulla nostra pagina Facebook: rispondendo ad una precisa domanda, “Pensi che il ministro Bussetti debba dimettersi a causa delle dichiarazioni rilasciate sui docenti del sud?”, l’esito è stato fortemente a sfavore del mantenimento di Marco Bussetti a capo del Miur.
Su 6.357 lettori, ben l’89% ha sentenziato che il ministro dell’Istruzione debba dimettersi. A chiedere la testa di Bussetti sono stati in totale 5.630 utenti.
Anche altri esponenti democratici, come l’on. Francesco Boccia, hanno espresso disappunto per le dichiarazioni del ministro Marco Bussetti su scuola e autonomia.
“Il ministro Bussetti – ha detto il deputato Pd Francesco Boccia lasciando Montecitorio al termine delle votazioni – continua a dimostrarsi inadeguato a ricoprire questo ruolo. Sarà chiamato presto in Parlamento per spiegarci cosa intende fare per garantire la copertura sul territorio nazionale del ‘tempo pieno’ nelle scuole primarie statali e come intende superare il divario esistente tra le diverse regioni. E in quel caso dovrà anche rispondere delle sue idee folli sulla scuola italiana che diventerebbe così una scuola diversa in ogni regione”.
Anche a livello sindacale, si conferma l’opposizione al modello scolastico che la Lega vorrebbe imporre, con l’avallo del titolare del Miur.
La segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, lo fa, nel corso delle conclusioni al seminario sindacale dedicato al tema dell’autonomia differenziata svoltosi a Roma all’Auditorium di via Rieti, citando quel gruppo di giuristi – come Massimo Villone e Gianfranco Viesti – che già prevedono un intervento della Corte Costituzionale qualora nel corso dell’approvazione del testo sulla regionalizzazione non venga garantito al Parlamento la possibilità di valutare ed emendare il provvedimento.
“Esce rafforzata dalla riflessione condotta questa mattina, col supporto di autorevoli esperti, la convinzione che contro progetti di regionalizzazione sbagliata – ha detto la Gissi – stiamo facendo una battaglia giusta. Non in nome di un centralismo che non ci appartiene, ma a favore dell’uguaglianza, dell’unità, della coesione del Paese, che un sistema unitario nazionale di istruzione aiuta a costruire e rafforzare”.
Perché, ha continuato la sindacalista, “proprio l’autonomia delle istituzioni scolastiche una delle vittime predestinate di un regionalismo gravemente malinteso”.
“Non possono essere tre Regioni, pure grandi e importanti, con la complicità di un Governo che si regge su complicati meccanismi di mutue concessioni, a decidere le sorti di un sistema come quello scolastico, presidio e garanzia di fondamentali diritti di cittadinanza per l’intera comunità nazionale”.
Infine, va rilevato che l’Assemblea Nazionale della Cisl Scuola ha votato, al termine dei lavori del seminario, un documento che esprime totale condivisione per le ripetute prese di posizione della segretaria nazionale in materia di autonomia differenziata, posizioni che hanno trovato ieri l’autorevole avallo del segretario generale aggiunto della CISL Luigi Sbarra. L’Assemblea nel documento assume e fa proprio l’appello contro la regionalizzazione del sistema di istruzione diffuso nei giorni scorsi dalla Cisl insieme a tante altre organizzazioni sindacali – una sorta di documento plebiscitario – e a qualificate espressioni dell’associazionismo professionale e culturale.
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