“Se la proposta di autonomia differenziata dovesse coinvolgere anche il mondo della scuola, non c’è alcun dubbio che proporremo uno sciopero e attiveremo tutte le forme di mobilitazione”: lo dichiara all’agenzia Dire il segretario generale della Flc-Cgil Francesco Sinopoli che aggiunge: “Già nel 2019, quando c’era il governo giallo-verde, abbiamo proposto uno sciopero contro ogni ipotesi di regionalizzazione della scuola– ricorda Sinopoli – poi è stato siglato un accordo a Palazzo Chigi in cui si escludeva la scuola dai processi di autonomia differenziata. Ma se dovesse ripresentarsi questo rischio, siamo pronti a mobilitarci”.
Secondo la Flc-Cgil qualsiasi progetto di regionalizzazione non farebbe altro che aumentare ulteriormente gli squilibri territoriali che già oggi sono del tutto inaccettabili.
La percentuale di bambini che frequentano gli asili nido, per esempio è molto più bassa al sud rispetto al nord; in alcune regioni (Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) il parametro europeo del 25% è rispettato, mentre in alcun zone della Sicilia e della Calabria non si arriva neppure al 5%.
Più in generale gli alunni del sud frequentano la scuola per 100 ore in meno in media, a causa della carenza di classi a tempo pieno e di altri servizi (mense, palestre, …); senza dimenticare la dispersione scolastica che in alcune province meridionali supera ampiamente il tetto del 25-30%.
Addirittura, secondo una recente ricerca di Save The Children vi sono differenze significative anche rispetto alla speranza di vivere in buona salute: un bambino di Bolzano può sperare di vivere in buona salute fino a 67 anni, un bambino calabrese non arriva a 55.
L’unico ambito in cui le regioni del sud primeggiano rispetto a quelle del nord riguarda gli esiti degli esami di Stato del secondo ciclo di istruzione (la cosiddetta “maturità”) che – da sempre – sono molto migliori al sud.
Per scongiurare ogni tentativo di far ripartire il progetto di regionalizzazione il sindacato di Francesco Sinopoli ha deciso di aderire al Coordinamento per la democrazia costituzionale che ha avviato una raccolta di firme per una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare di modifica di parte degli articoli 116 e 117 della Costituzione – contenuti nel titolo V della Carta – che ripartiscono le diverse competenze tra Stato e Regioni tra esclusive e concorrenti.
Ma la Flc-Cgil ha in animo iniziative ancora più incisive a partire da uno sciopero generale della scuola.
Intanto i sindacati di base (Cobas, Unicobas, Usb, Cobas Sardegna e altri) hanno già proclamato uno sciopero generale per il 2 dicembre prossimo con un’ampia piattaforma rivendicativa che comprende anche il ritiro di ogni ipotesi di regionalizzazione della scuola.
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