“È semplicemente inaudito. Mi chiedo in nome di quale popolo un governo che si definisce del popolo si appresti a manomettere il sistema nazionale d’istruzione, un percorso che va avanti da mesi alla chetichella, quasi di nascosto, come se si trattasse di una questione che si può risolvere solo con le regioni cosiddette interessate. Allora è il momento di dire che quando si stravolge un assetto i cui principi sono fissati dalla Costituzione a essere interessate sono tutte le Regioni, non solo quelle che rivendicano più autonomia, a essere interessato è l’intero Paese, che il governo del popolo ha deciso di tenere completamente ai margini, come rischia di avvenire per lo stesso Parlamento”.
Non usa mezzi termini la segretaria della CISL Scuola, Maddalena Gissi, nel riproporre il netto dissenso della sua organizzazione verso quella che ormai per tutti è definita la secessione dei ricchi. “L’abbiamo gridato in piazza sabato scorso, l’abbiamo chiesto a gran voce e lo voglio ripetere oggi, dopo il via libera del MEF a uno dei progetti, e dopo che il Governo ha messo all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di oggi la ratifica di una delle intese con le tre regioni richiedenti l’autonomia differenziata: fermatevi. Rendete conto del vostro progetto al Parlamento e al Paese prima di mandarlo avanti, non dopo!”
“È incredibile – prosegue Maddalena Gissi – che si possa anche solo immaginare lo smantellamento di un sistema di istruzione pensato e voluto dai padri costituenti come fattore fondamentale di unità culturale e di uguaglianza fra i cittadini. Come si fa a non vedere la pericolosità di un progetto destinato ad accentuare disuguaglianze e squilibri che purtroppo già esistono e andrebbero per questo aggrediti e ridotti con più decisione, proprio facendo leva, fra l’altro, su un sistema di istruzione unitario e nazionale? Non possiamo assistere in silenzio alla balcanizzazione del sistema scolastico, in cui cambiano da una regione all’altra reclutamento e gestione del personale, composizione e competenze degli organi collegiali, possibilità di investimento che è invece indispensabile assicurare a tutti in una logica di garanzia delle pari opportunità”.
“Il nostro dissenso nel merito è totale. Ma non c’è solo quello: abbiamo fortissimi dubbi anche sulla legittimità della procedura che si sta seguendo per dare più poteri alle Regioni, ben al di là di quanto consente l’art. 116 della Costituzione. Affronteremo anche questi aspetti in un nostro convegno che faremo mercoledì 20 febbraio a Roma, nel quale entreremo più puntualmente nel merito dei progetti in corso ma anche sugli aspetti di correttezza e legittimità del percorso in atto. Per quanto ci riguarda – conclude la segretaria della CISL Scuola – non ci limiteremo a contrastare nel merito un’operazione profondamente sbagliata e dannosa, destinata a dividere il Paese e il mondo della scuola: non esiteremo ad impugnare anche in sede di contenzioso legale decisioni che violano, a nostro avviso, principi fondamentali della Costituzione”.
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