Procede il percorso della scuola verso la regionalizzazione, ma i sindacati non ci stanno.
La segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, in una nota, esprime disappunto per il divario ancora più crescente tra Nord e Sud: “La scuola è una grande risorsa per il Paese, noi ci battiamo perché venga considerata come tale da una politica spesso distratta, disattenta o che peggio ancora ne ha fatto a volte solo teatro delle proprie smanie di protagonismo”, afferma.
“Si usano spesso i dati di un divario tra nord e sud negli esiti dei percorsi formativi per trarne giudizi negativi su ciò che la scuola sta facendo in quelle regioni d’Italia. Quasi che le condizioni di arretratezza, di diffusa povertà, di debolezza o assenza della struttura produttiva fossero una colpa da addebitare alla scuola e non invece indicatori di contesto che segnalano quanto sia difficile e problematico il compito che la scuola assolve in quelle realtà”, continua Gissi.
“La nostra organizzazione, attraverso i filmati scelti per corredare il proprio calendario 2019, ne restituisce eloquenti testimonianze, che ci dicono ad esempio come nelle difficili realtà di Pozzallo, di Casal di Principe, di Pozzuoli la scuola sappia essere presidio fondamentale e insostituibile di accoglienza, legalità, integrazione e inclusione”, aggiunge.
“La manifestazione del 22 giugno, alla quale saremo presenti in tanti come CISL Scuola, ha un grande grande valore e assume per noi un preciso significato. Non è solo un momento di vicinanza e solidarietà ad una realtà territoriale in sofferenza. Anche questo, ma assolutamente non solo questo. È un segnale forte alla politica e al Paese perché la questione del superamento degli squilibri territoriali tra nord e sud sia assunta da tutti come una priorità, come conditio sine qua non per rimettere in moto la crescita su tutto il territorio nazionale. Non con palliativi e misure di miope assistenzialismo, ma facendo leva prima di tutto sulle risorse migliori di cui anche il Mezzogiorno dispone, e la scuola è tra queste. Una scuola italiana unita, che anche per questo genera coesione e promuove, è il modello di scuola di cui anche a Reggio Calabria ci faremo sostenitori e difensori”, conclude.
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