Per quanto riguarda lo sciopero, il segretario nazionale Unicobas Stefano d’Errico si mostra soddisfatto: “In questo monento [pomeriggio del 28 febbraio. ndr] manca ancora la rilevazione su almeno 200mila dipendenti, e questo è del tutto inaccettabile. Comunque i dati in nostro possesso riguardano il 75% delle scuole e dicono che ha scioperato il 3% a livello nazionale. A Roma l’adesione è stata del 5%, a Genova del 4%, a Livorno del 7%, in Sardegna 8% con punte del 10,5 a Cagliari e del 9 a Sassari. Significativo è il 2-2,5 cento raggiunto anche in Lombardia e in Veneto”.
“Peraltro – sottolinea il segretario – dobbiamo ringraziare docenti, Ata e studenti che hanno consentito di raggiungere questo risultato, tanto più rilevante se si tiene conto che sullo sciopero non c’è stata l’informazione prevista dalla legge (e siamo anche in attesa di conoscere le misure che la Commissione di Garanzia deciderà di adottare)”.
In effetti in occasione dello sciopero anche molti studenti hanno voluto dire la loro, come è accaduto per esempio a Lamezia Terme dove studenti, docenti e Ata hanno partecipato ad una manifestazione indetta dai Partigiani della scuola pubblica.
Al grido di”No alla regionalizzazione siamo un’unica nazione ” i manifestanti hanno chiesto al Governo di fermare qualle che molti definiscono una vera e propria balcanizzazione del Paese.
“Nel corso della manifestazione in piazza Monte Citorio – aggiunge d’Errico – abbiamo incontrato diversi parlamentari del M5S ai quali abbiamo fatto osservare che il progetto di regionalizzazione rappresenta una vera e propria inversione di tendenza rispetto al programma con cui si erano presentati agli elettori e che aveva consentito loro di raccogliere molti voti proprio nel mondo della scuola”.
“Ci auguriamo che il M5S e il Governo più in generale ascoltino la protesta che arriva da insegnanti e Ata – conclude d’Errico – in caso contrario il mondo della scuola non darà più nessun credito a questa maggioranza, con le conseguenze che è facile immaginare”.
“Ci auguriamo che il M5S e il Governo più in generale ascoltino la protesta che arriva da insegnanti e Ata – conclude d’Errico – in caso contrario il mondo della scuola non darà più nessun credito a questa maggioranza, con le conseguenze che è facile immaginare”.