Nel ribadire la loro adesione allo sciopero nazionale del 27 febbraio, i Partigiani della Scuola pubblica ricordano che sul tema della regionalizzazione della scuola il convegno da loro organizzato il 23 febbraio Lamezia Terme è servito a mettere a fuoco diversi aspetti importanti.
“Nel corso del dibattito – dicono i PSP – sono state affrontate le sciagurate conseguenze del processo di secessione ormai ad un passo dal definitivo compimento. Conseguenze che aggraveranno in modo irreversibile il divario tra il nord ed il sud del paese, ma soprattutto conseguenze irreversibili sull’unità nazionale nella sua accezione più ampia del termine. Unità culturale, oltre che economica e sociale. Senza trascurare i rischi per l’unità politica e territoriale con concrete possibilità di balcanizzazione”
“Il convegno – aggiungono i Partigiani – è stata una occasione per mettere insieme tutte le persone di buona volontà per discutere su come, operativamente, può essere avviata una concreta azione dentro le istituzioni e nella società per bloccare il processo della secessione dei ricchi. I PSP hanno impegnato i sindaci, parlamentari, consiglieri regionali, sindacati, di varia estrazione presenti, a continuare nelle iniziative concrete”.
In particolare ai parlamentari presenti all’incontro è stato chiesto di coordinarsi tra di loro per portare avanti le azioni utili nelle due camere per far saltare il processo della secessione, mentre ai sindacati e a tutte le organizzazioni sociali è stato chiesto di tenere alta l’attenzione tra i cittadini ed i lavoratori valutando anche la possibilità della mobilitazione generale.
Secondo i Partigiani, infine, deputati e senatori del M5S, che tanti voti hanno raccolto nelle regioni del sud, dovrebbero fare di tutto per bloccare il progetto, evitando di restare chiusi nella “gabbia” del contratto di Governo.
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