In campagna elettorale il M5S non aveva mai parlato, attraverso il suo leader, Luigi Di Maio di regionalizzazione dell’Istruzione e di una decisa spinta autonomista su alcune materie come la Scuola, l’Università e la Ricerca.
Nel 2017 quando in Veneto ci fu il referendum consultivo sull’autonomia Regionale, la domanda che i veneti si trovarono alle urne era stata la seguente: “Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”. Il risultato di quel referendum possiamo dire essere stato plebiscitario, il 98% del 57% dei veneti che si sono recati alle urne ha risposto SI al quesito referendario del 22 ottobre 2017.
Per il vicepremier Luigi Di Maio, evidentemente, il “popolo” ha sempre ragione e quindi affretta i tempi per portare in Consiglio dei Ministri il tema dell’autonomia regionale del Veneto e della regionalizzazione dell’Istruzione.
“L’autonomia del Veneto si deve dare il prima possibile, perché i veneti hanno votato un referendum che non deve essere disatteso”, queste le chiare parole di Di Maio riportate dal sito di RaiNews .
“Non ci sono dubbi da nessuna delle due forze politiche che sostengono questo governo, stiamo lavorando con i ministri competenti per dare l’autonomia sulle materie richieste prima possibile”. “Nei vari consigli dei ministri di dicembre occorre affrontare questo tema”, assicura Luigi Di Maio e aggiunge: “Non perderemo o prenderemo tempo: i veneti avranno l’autonomia in tempi certi “.
Le parole di Luigi Di Maio volte ad accelerare il processo autonomistico della Regione Veneto, tanto da auspicare un confronto immediato, già a dicembre, sul tema dell’assegnare più autonomia alle regioni che lo hanno richiesto in alcune materie tra cui la Scuola, l’Università e la Ricerca, sono inaspettate e creano disorientamento in tanti elettori del sud Italia.
Come emerso da un recente convegno sulla regionalizzazione , si tratta di una riforma che divide il Paese e rischia la frantumazione del sistema scolastico nazionale e la formazione di tanti sistemi scolastici regionali che potrebbero avere l’autonomia di modificare le linee guida dei moduli scolastici da studiare, di decidere in tema di organici e di contratti di lavoro, ma anche di investimenti per l’edilizia scolastica e per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Seguiremo con attenzione i passaggi, in Consiglio dei Ministri, per l’attuazione di questa maggiore autonomia delle regioni in tema di Istruzione, ma quello che è certo è che il M5S su questo tema si è perfettamente allineato, ma soltanto dopo il voto del 4 marzo 2018, ad un ideale politico della Lega.
Il vicepremier Luigi Di Maio in campagna elettorale parlava di adeguamento degli stipendi dei docenti ai livelli europei, di aumentare fino ad arrivare al 10,2% del Pil gli investimenti in Istruzione, oggi invece si affretta ad appoggiare uno dei cavalli di battaglia politici della Lega :”la regionalizzazione dell’Istruzione”.
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