Home Attualità Flc Cgil: “Il diritto all’istruzione non è regionalizzabile”

Flc Cgil: “Il diritto all’istruzione non è regionalizzabile”

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Il sindacato FLC CGIL, guidato da Francesco Sinopoli, interviene con un comunicato stampa sulla questione della regionalizzazione dell’Istruzione.

Comunicato FLC CGIL

‘Da tempo abbiamo chiesto al Governo di fermarsi, di bloccare la deriva pericolosa che si può innescare con la cosiddetta autonomia differenziata. Ora apprendiamo che il Consiglio dei Ministri che il 15 febbraio avrebbe dovuto prendere una decisione in merito non ne discuterà, rinviando la questione’. E’ quanto si legge in una nota della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

‘Il rinvio è una buona notizia solo se prelude ad un definitivo abbandono di un processo che, per quanto riguarda la scuola e l’istruzione, configura un regionalismo secessionista e disgregatore che rigettiamo nettamente’.

‘E’ falso che un contratto regionale può migliorare la qualità dell’istruzione. E’ falso che stipendi diversi fra regione e regione incentiveranno il personale. E’ falso che concorsi regionali favoriscono la stabilità. E’ falso che sarà rispettata l’autonomia delle istituzioni scolastiche’.

‘E’ vero invece, continua la nota, che il diritto all’istruzione non sarà più un diritto universale, che si bloccheranno la mobilità professionale e lo scambio culturale, che l’autonomia scolastica sarà violata da controlli regionali in netto contrasto con la previsione costituzionale. La stessa libertà di insegnamento, che è prima di tutto finalizzata al diritto all’apprendimento, sarà messa in dubbio dalla disparità di trattamento del personale a seconda della regione in cui si lavora’.

‘Il diritto all’istruzione non è regionalizzabile, conclude la nota, denunciamo questa deriva disgregatrice e antinazionale e siamo pronti a chiamare alla mobilitazione e alla lotta il mondo della scuola in tutte le sue componenti, docenti, dirigenti, Ata, genitori e studenti, qualora il Governo dovesse perseverare in questo progetto che aggiungerebbe ulteriori disuguaglianze, divisioni sociali e culturali, a quelle che già affliggono il nostro Paese’.