S’ode a destra uno squillo di trombe: i Cinque Stelle schierano frombolieri contro le «gabbie salariali» della Lega e la regionalizzazione, e a sinistra risponde uno squillo: Salvini accusa: «i 5S vogliono impedire di mettere un letto in più in un ospedale o un corso in più in una scuola» alle Regioni che hanno i soldi per farlo.
Una guerra? Piuttosto una disfida sull’esempio della “Secchia rapita”, il trofeo che la Lega vorrebbe esporre al suo popolo, dopo averlo rapito dentro il “patto” di Governo, mentre i pentastellati lo rivorrebbe in qualche modo indietro.
Rimane sul campo fra i due un vano tentativo di mediazione del premier Conte che è tornato a esaminare articolo per articolo la proposta di regionalizzazione per poi stoppare ogni rischio di «allargamento del divario fra Regioni».
In tenuta di battaglia invece, lancia in resta, i governatori di Lombardia e Veneto, che non vogliono cedere né secchio né corda, e dunque un solo spostamento di virgola ai testi eventualmente riveduti e corretti.
Sulla scuola, tuttavia, precisa Il Sole 24 Ore, l’ultima mediazione raggiunta al Miur mercoledì è una riscrittura integrale delle richieste regionali, che ha ridotto a 4 i 16 punti della penultima versione: niente ruoli regionali degli insegnanti, niente passaggio agli enti territoriali degli uffici scolastici che sono «regionali» nell’insegna ma statali nella titolarità.
Sugli organici, scrive sempre Il Sole, la regione avrebbe potuto fare tre cose: intervenire «d’intesa con gli uffici scolastici regionali» (quindi con il Miur) sul personale «con esclusivo riguardo alla quota destinata al potenziamento dell’offerta formativa», aumentare (con risorse proprie) il numero delle classi e finanziare (sempre con risorse regionali) il «fondo per il miglioramento dell’offerta formativa», con un intervento sugli integrativi che non è inedito perché già si può incontrare nella sanità. Sempre «d’intesa con il ministero», avrebbe poi potuto fissare «un periodo minimo di permanenza del personale docente nella prima sede di servizio» superiore ai cinque anni oggi previsti dalle regole nazionali.
In ogni caso, come in tutte le disfide che si rispettano, più che di secchia, ciò che si tende a scippare da parte dei 5stelle è la costituzione di un fondo perequativo che redistribuisca fra le Regioni gli eventuali gettiti extra nelle tasse statali attribuite alle regioni ad autonomia differenziata, ma di cui il ministro dell’Economia è poco convinto e più propenso a una ipotesi di flessibilità delle quote di tasse statali da regionalizzare.
E siccome prima di definire le competenze da trasferire è impossibile ipotizzarne il costo, pare che bisogna, prima di legare la secchia al pozzo, appendere delle cifre realistiche a una discussione che altrimenti resta solo teorica, come una disfida a tavolino.
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