Il tema della regionalizzazione investe anche il mondo della scuola. I sindacati di categoria sono pronti allo sciopero, probabilmente, a maggio, a quattro anni dall’ultima grande mobilitazione, quella contro la Buona Scuola.
L’autonomia differenziata di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, accantonata a febbraio per non creare troppi grattacapi a M5s e Lega prima delle elezioni europee, tornerà presto sul tavolo del governo e del Parlamento.
Dal mondo della scuola è arrivata l’opposizione più forte. Un’istruzione su misura, con dirigenti scolastici e capi degli uffici scolastici regionali alle dipendenze della Regione e con i docenti di nuova nomina negli albi regionali è qualcosa che proprio non va giù.
La regionalizzazione del sistema di istruzione figura tra i punti, insieme al rinnovo del contratto nazionale e la stabilizzazione dei precari della scuola e della ricerca, della piattaforma alla base dello stato di agitazione proclamato il 29 marzo dai sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda.
Sull’argomento è freddo il Movimento Cinque Stelle che ribadisce il no all’idea dei concorsi
riservati dei docenti (“Non vogliamo creare una scuola classista, che penalizzi i nostri
figli, gli studenti, a seconda del loro luogo di nascita”, affermano fonti pentastellate così come riporta il Corriere della Sera)
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