C’è un piccolo giallo sullo sciopero del 17 maggio, confermato dai sindacati di base e revocato dagli altri. Ancora fino ad oggi i sindacati firmatari dell’intesa del 23/24 aprile hanno sostenuto di aver sospeso l’azione di sciopero in attesa dell’esito dei tavoli di confronto aperti con il Ministero (il primo, sul tema del precariato, si è svolto proprio nella giornata del 6 maggio).
In realtà se si consulta il sito della Commissione di Garanzia si scopre che già in data 24 aprile Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals e Gilda avevano revocato lo sciopero.
Il fatto è che, a questo punto, la revoca non è più modificabile indipendentemente dall’esito della trattativa in corso.
Per essere più precisi: lo sciopero potrebbe essere “ripristinato” ma i sindacati dovrebbero ripetere la procedura prevista dalla legge.
E’ possibile che questo fatto indebolisca la posizione dei sindacati che si presenteranno ai prossimi incontri senza poter far valere neppure il rischio di un’azione di protesta.
Peraltro su uno dei temi più caldi, quello della regionalizzazione, non è prevista nessuna forma di confronto e quindi i sindacati dovranno a questo punto accontentarsi dell’impegno del Governo a realizzare il progetto nel rispetto delle norme costituzionali, con modalità di reclutamento nazionale e ordinamenti scolastici unitari (nell’intesa nulla si dice però sulla gestione del personale e degli organici che è invece una delle principali questioni dirimenti).
Di fatto con l’intesa del 23-24 aprile il Governo è riuscito a bloccare uno sciopero unitario dei sindacati rappresentativi e di quelli di base, azione che avrebbe rappresentato un unicum nella storia della scuola.
Lo sciopero comunque resta anche se a sostenerlo sono rimasti Cobas, Unicobas, Anief e CUB che potrebbero anche ottenere un buon riscontro facendo leva soprattutto su quei docenti e Ata che già si dichiarano delusi per la scarsa tenacia dimostrata dai sindacati rappresentativi.
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