Sul progetto di regionalizzazione di diverse competenze e servizi pubblici, i sindacati Confederali si dicono oppositivi e si uniscono al no del comparto scolastico: il 7 maggio, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, hanno infatti sottoscritto l’appello promosso da tutti i sindacati della scuola “contro la regionalizzazione del sistema di istruzione”.
Il rischio della “secessione delle regioni più ricche”
La presa di posizione è giunta a Matera, in chiusura dell’iniziativa unitaria su Europa, cultura e lavoro.
Cgil, Cisl e Uil sostengono che le regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto “hanno, tra l’altro, chiesto al governo ulteriori forme e particolari condizioni di autonomia in materia di istruzione e formazione”.
“L’obiettivo – scrivono criticamente – è quello di regionalizzare la scuola e l’intero sistema formativo tramite una vera e propria secessione delle regioni più ricche, che porterà ad un sistema scolastico con investimenti e qualità legati alla ricchezza del territorio”.
Furlan: dare identità al Paese con il diritto all’Istruzione
Quelle che serve, ha detto dal Annamaria Furlan, mentre si accingeva a sottoscrivere l’appello, assieme agli altri leader Confederali Maurizio Landini e Carmelo Barbagallo, è “un sistema di inclusione” che dia “le stesse possibilità ai bambini di Trento come di Palermo. E che non si dimentichi dei tanti bambini che arrivano dall’altra parte del Mediterraneo”, i quali sono come i nostri figli.
È un appello, ha concluso la sindacalista a capo della Cisl, che comporta un “sentimento profondo”: quello “di dare identità al Paese attraverso il diritto vero all’Istruzione e alla Cultura”.
Subito dopo le elezioni…
Anche i sindacati hanno compreso, quindi, che sulla cosiddetta autonomia differenziata il Governo, su spinta della Lega, non si è certo rassegnato: subito dopo le elezioni europee, tornerà alla carica.
Secondo quanto avevamo preventivato dallo scorso mese di marzo, quello della regionalizzazione potrebbe diventare uno dei leitmotive dell’estate, con i due partiti dell’Esecutivo probabilmente l’un contro altro “armato”.
In questo caso, rischierebbe di incrinarsi lo stesso accordo sulla Scuola del 24 aprile, che ha convinto proprio i sindacati Confederali a revocare in fretta e furia lo sciopero del prossimo 17 maggio.