Sono di quei misteri “misteriosi” della Repubblica che lasciano attoniti e su cui, oltre a riflettere, si può solo aspettare più chiare dichiarazioni.
Afferma infatti il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nel corso di un convegno a Stresa, come è riportato dall’agenzia Aska: “Il mio amico Cirio è troppo buono. C’è bisogno di un ddl? Mi chiedo per fare cosa. Io, Zaia e Bonaccini abbiamo già raggiunto un accordo con il governo e a me, fin dai tempi della scuola, hanno insegnato che un accordo è valido finché le parti decidono di risolverlo. Per noi è valido e efficace”.
Dunque la cosiddetta regionalizzazione, per il presidente Fontana, sarebbe valida, a prescindere da Decreti leggi e di ogni altra ulteriore verifica, perché, oltre al referendum, ci sarebbe un accordo col precedente governo, e gli accordi vanno rispettai fino a quando non si decide di rescinderli.
E aggiunge anche che insieme con lui e Zaia, ci sarebbe anche Bonaccini, il presidente della Regione Emilia Romagna che invece, in un primo tempo, era sembrato di avere preso le distanze dai due governatori del centro destra.
Ebbene anche “La Regione Emilia Romagna ha presentato richiesta al governo di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” su una serie di materie fra le quali le “norme generali sull’istruzione” chiedendo specifiche competenze legislative e amministrative.
E per tale scopo e per fermare questo progetto, alcune organizzazioni sindacali e associazioni dell’Emilia Romagna, tra cui la FLC CGIL, hanno promosso una petizione online diretta a Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna.
Noi sottoscritte/i chiediamo al Presidente della Regione Emilia Romagna di ritirare la richiesta di autonomia differenziata in materia di istruzione.
Noi sottoscritte/i chiediamo al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro per gli affari regionali e le autonomie di respingere tutte le richieste di autonomia delle diverse Regioni in materia di istruzione.
Il dibattito in atto sull’ autonomia differenziata in tema di istruzione è argomento fortemente divisivo per il Paese e sbagliato nella sostanza.
La Regione Emilia Romagna ha fatto richiesta formale al governo di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” su una serie di materie fra le quali le “NORME GENERALI SULL’ ISTRUZIONE” chiedendo competenze legislative e amministrative per:
“realizzare un sistema unitario e integrato di istruzione secondaria di secondo ciclo e di istruzione e formazione professionale”* ( art. 27 dell’Intesa)
Si prevede un sistema scolastico regionale diverso da quello statale. Diventa ammissibile definire autonomamente “l’organizzazione della rete scolastica e la programmazione dell’offerta di istruzione regionale”* (art. 28)
“organizzare la rete scolastica e la programmazione dell’offerta di istruzione regionale, definendo la relativa dotazione dell’organico ”, nonché la sua “integrazione” a livello regionale.* (art. 28)
Gestire l’organico potrebbe comportare, in futuro, la programmazione della distribuzione degli insegnanti in tutti gli ordini di scuola, dalla scuola dell’infanzia a quella superiore
La Regione chiede inoltre di poter gestire l’istruzione tecnica superiore, l’edilizia scolastica, il diritto allo studio, e di integrare i percorsi universitari.
La Regione chiede che per tali fini siano “trasferiti i beni e le risorse finanziarie, umane e strumentali” (art. 4)* oggi gestiti dallo Stato. La richiesta della Regione è che il trasferimento sia fisso e ricorrente (art. 5)* e non più variabile annualmente in base alle condizioni materiali delle singole Regioni (ad es. numero di alunni, eventi ambientali, investimenti locali).
Vista l’ampia area di competenze richieste che abbracciano tutti gli ordini scolastici e formativi il rischio concreto è che si crei un sistema scolastico specifico e parallelo dell’Emilia Romagna, con gran parte del personale alle dirette dipendenze della Regione.
Altre Regioni hanno chiesto ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in materia di istruzione, ognuna diversa dalle altre.
Il rischio è di avere tanti sistemi scolastici con programmi e gestione del personale locali, titoli di studio differenti senza più validità nazionale.
La scuola è un’istituzione a fondamento dell’unità del paese e tale deve rimanere. Lo sgretolamento dell’istruzione in competenze locali minaccia l’unità stessa della Repubblica.
Questa petizione è promossa dalle seguenti organizzazioni sindacali e associazioni dell’EMILIA ROMAGNA:
CISL SCUOLA, COBAS SCUOLA, FLCGIL, GILDA UNAMS, SGB, UIL SCUOLA RUA.
ASS.NE ART. 33, C.E.S.P., COMITATI LIP SCUOLA, COORDINAMENTO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE, COMITATO BOLOGNESE SCUOLA E COSTITUZIONE, LA SCUOLA SIAMO NOI-PARMA, LIBERTA’ E GIUSTIZIA-BOLOGNA, LINK, PROTEO FARE SAPERE, RETE DELLA CONOSCENZA, UNIONE DEGLI STUDENTI
*Il testo dell’intesa fra Governo e Regione non è mai stato pubblicato dalle Istituzioni nella sua interezza. La fonte di riferimento, che si basa sul testo redatto il 15/05/2019 è https://www.roars.it/online/wp-content/uploads/2019/07/bozza-Emilia-Romagna.pdf
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