La scuola italiana cambierà volto. Almeno così si legge nelle bozze delle intese tra Stato e Regioni, perfezionate a maggio scorso e tenute nascoste fino a ieri.
Così come segnala Roars, Lombardia e Veneto, a differenza dell’Emilia Romagna, chiedono il totale controllo dell’istruzione regionale. Ciò significa personale scolastico alle dipendenze delle due regioni con gestione delle attività formative del personale, gestione dell’apprendistato, programmazione dell’offerta formativa, disciplina degli organi collegiali.
In Veneto, ad esempio, potrà nascere una “pagella regionale” con materie
ispirate “dal contesto”. Resta nei poteri dello Stato l’Alternanza scuola lavoro, mentre passerebbero alle regioni le scuole paritarie.
Sul fronte stipendi lo strumento che garantirà gli aumenti (150-200 euro ai docenti che entreranno nel libro paga della Regione) saranno i “contratti integrativi regionali”. Varranno anche per presidi, dirigenti amministrativi e collaboratori scolastici.
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