“La regionalizzazione dell’istruzione mira differenziare classi di dipendenti dello Stato, diversificare gli stipendi, diversificare la spesa sulla scuola. Ma la scuola deve essere unica, accessibile e di qualità su tutto il territorio nazionale senza differenze tra regioni eccezione fatta per quelle a statuto speciale laddove l’istruzione è materia di differenziazione”: così si apre la petizione predisposta dal gruppo Facebook Professione Insegnante che ha raccolto già più di 30mila firme.
“Lo Stato – si legge ancora nella petizione – ha il dovere di fornire la stessa offerta formativa e di istruzione a tutti i cittadini sul territorio nazionale senza alcuna eccezione se non per le minoranze linguistiche menzionate nella stessa Costituzione e appositamente normate. Fornire, quindi, una diversa qualità dell’istruzione basata su una metrica discutibile quale la ‘ricchezza prodotta dal territorio’ lede gli stessi principi della Carta Costituzionale”.
E, a proposito della ipotesi di contrattazioni integrative regionali, Professione Insegnante osserva: “Il lavoro degli insegnanti, dei dirigenti e di tutto il personale della scuola ha lo stesso valore su tutto il territorio nazionale, quindi rigettiamo ogni ipotesi di differenziazione e di trattamento salariale tra personale che opera su regioni diverse.
Tutti gli studenti che risiedono e sono cittadini del Paese hanno pari diritto ad accedere alle stesse proposte di istruzione nel territorio in cui vivono”.
“Bisogna impegnarsi ancora di più nella raccolta delle firme – sottolinea Libero Tassella, uno degli animatori del gruppo FB – Bisogna anche chiedere a tutti i sindacati di sospendere i loro piccoli scioperi isolati e reiterati ed impegnarsi invece in un unico sciopero unitario e in una manifestazione a Roma, portando migliaia di docenti a protestare per le vie della capitale”.
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