Sulla regionalizzazione della scuola siamo alla prova del nove: mentre la Lega tenta di far approvare l’impianto normativo, inserendo il testo in Consiglio dei ministri, i sindacati affilano le armi e scendono in piazza perché ritengono, in sostanza, che l’autonomia differenziata spezzetterebbe l’unita scolastica nazionale e il diritto allo studio. Anche se non protesteranno uniti e questo, in qualche modo, potrebbe indebolirli.
Martedì 25 giugno davanti a Montecitorio, dalle ore 14.00, si svolgerà la manifestazione “No alla regionalizzazione scolastica, difendere la Scuola di Stato“.
All’evento, promosso da un Comitato spontaneo nazionale, ci saranno ache diversi sindacati: Cobas, Unicobas, Anief, AND (Associazione nazionale docenti), ADIDA (Associazione docenti invisibili da abilitare) e Gilda degli insegnanti.
Alla protesta saranno presenti pure diverse associazioni e comitati, tra cui l’Accademia nazionale Docenti, Donne a scuola, Professione Insegnante, Civesscuola, Per la Scuola della Repubblica, Illuminitalia ed il Comitato Nazionale contro Mobbing-bossing scolastico (2007) O.n.l.u.s. e molte altre.
Davanti al Parlamento, il 25 giugno ci sarà anche lo scrittore Pino Aprile, esperto sulla questione meridionale, da noi intervistato qualche mese fa.
E a sostenere la protesta sembra che possano esserci anche alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle.
Una eventualità che se dovesse verificarsi, andrebbe a determinare una spaccatura all’interno del M5S. Le premesse ci sono tutte.
Se qualche giorno fa il leader politico dei grillini, Luigi Di Maio, ha ribadito il suo no stipendi e concorsi differenziati, con effetti diretti su comparti come Scuola e Sanità, successivamente la ministra per il Sud, Barbara Lezzi, rispondendo a una domanda, nel corso dell’audizione sull’Autonomia in Commissione Federalismo fiscale, è sembrata più timorosa delle spese legate ai finanziamenti locali che dagli effetti dell’autonomia differenziata: la Lezzi ha detto che “la Stefani (la ministra leghista per gli affari regionali e le autonomie n.d.r.) ha fatto un ottimo lavoro e che “se il ministro Stefani vorrà presentarlo anche nel Consiglio dei ministri di oggi sono prontissima a recepirlo”.
La possibilità che ciò avvenga, che il testo arrivi all’esame del Governo, dopo lo stop di metà febbraio, si è fatta sempre più concreta. Il testo dovrebbe essere inserito nel confronto di metà settimana, mercoledì 26 giugno tra i vari ministri e il premier Giuseppe Conte, con la Lega che stavolta potrebbe arrivare più forte all’appuntamento decisivo (indispensabile per l’approdo del testo alle Camere), a seguito del successo riscontrato in occasione delle rinnovo dei parlamentari italiani a Bruxelles.
Va poi sottolineata una mezza apertura da parte del leader politico del M5S, Luigi Di Maio, che alcuni giorni fa ha fatto intendere che se ne potrebbe parlare laddove si preveda, in parallelo, “un grande piano per il Sud”.
Proprio per mercoledì 26 giugno, le sigle sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Gilda Unams, Snals Confsal, hanno organizzato un Flash Mob per ribadire il no all’autonomia differenziata.
“È di questi giorni – si legge in una nota sindacale unitaria – l’accelerazione da parte del Governo sul tema e proprio in questi giorni e proprio mercoledì 26 discuterà il tema . Questo progetto rischia di frammentare il nostro sistema d’istruzione, creando cittadini e lavoratori di serie A e di serie B. Non possiamo tollerare tutto questo e da mesi ci mobilitiamo in tutto il paese contro questo disegno”.
“Per questo come organizzazioni sindacali saremo in piazza per ribadire il nostro no al progetto di riforma”, concludono i sindacati.
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