Home Politica scolastica Regionalizzazione scuola, Bussetti e altri due ministri non erano convinti. Boccia (Pd):...

Regionalizzazione scuola, Bussetti e altri due ministri non erano convinti. Boccia (Pd): avevano dubbi sulle assunzioni differenziate

CONDIVIDI

Breaking News

March 31, 2025

  • La scuola è laica e l’ora di religione è un “fardello”: gli atei contro Valditara, concorsi, Bibbia. Snadir replica: ignorano l’essenza dei 60 minuti 
  • Contratto scuola, Fracassi (Flc-Cgil) non ci sta: “Con le risorse in campo l’aumento sarebbe di 60 euro, ci vuole uno stanziamento aggiuntivo” 
  • “Adolescence”, lezioni anti-misoginia nelle scuole inglesi. E in Italia? “Per i prof vederla è aggiornamento professionale” 
  • Fine Ramadan, anche quest’anno resta chiusa la scuola di Pioltello: alcuni genitori non ci stanno 

La scorsa estate, il 19 luglio, non è stato solo il Movimento 5 Stelle ad opporsi all’autonomia differenziata per il sistema scolastico: nella stessa Lega, c’erano tre ministri, tra cui quello dell’Istruzione Marco Bussetti, che non sarebbero stati d’accordo nel regionalizzare l’istruzione, in particolare nella parte riguardante il reclutamento del personale.

I dubbi dei ministri leghisti Bussetti, Centinaio e Giorgetti

A sostenerlo sono alcuni esponenti veneti del Movimento 5 Stelle, al termine dell’incontro odierno con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia: i “grillini” regionali sostengono che alcuni dei rilievi che hanno ‘bloccato’ la bozza di intesa sull’autonomia differenziata per il Veneto sono arrivati dagli allora ministri leghisti Bussetti, Centinaio e Giorgetti

“La realtà è ben diversa da quella percepita”

“Sull’autonomia – ha detto il capogruppo M5s al Consiglio regionale, Jacopo Berti – la realtà è ben diversa da quella percepita. Il ministro ci ha riferito che i ministri leghisti hanno eccepito in particolare sui temi delle assunzioni nella scuola”.

“Avremo la documentazione fra breve, ed è la prima volta che questo succede, dopo la mancata trasparenza del precedente ministro e dello stesso Zaia, che – ha concluso Jacopo Berti – non ha mai riferito in Aula”.