Sabato 9 febbraio è prevista una manifestazione cui parteciperanno anche i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola. Nei giorni scorsi, come riportato in precedenza, le tre organizzazioni hanno posto l’accento sugli effetti negativi che potrebbe portare la regionalizzazione dell’istruzione.
Per i sindacati maggiori, l’iter di approvazione, il cui prossimo passo è previsto nei prossimi giorni con l’incontro CdM-Regioni, va fermato: perché si tratta “di un progetto di vera e propria devoluzione”, che mina “il carattere unitario e nazionale del sistema d’istruzione”, perché si darebbe “vita a progetti formativi regionali e localistici ben al di là di quella giusta attenzione alle specificità territoriali che, già a sistema vigente, sono assicurati dall’autonomia scolastica prevista dalla stessa Costituzione”.
Forse sarebbe il caso, scrivono i sindacati, di avviare un ampio confronto nelle aule Parlamentari e nel Paese: è un passaggio obbligato, se proprio si vogliono assumere decisioni così importanti per la vita delle persone e dell’intera comunità nazionale.
Su questo punto, come annunciato in un precedente articolo, è stato indetto uno sciopero di scuola e università per l’intera giornata del 27 febbraio. “Il progetto del Governo – dichiara Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas – è una vera e propria vergogna e occorre subito una risposta ferma ed inequivocabile, specifica della Scuola e delle Università, senza dilazioni e compromessi”.
Ma ci sono altre motivazioni che spingono le organizzazioni sindacali in piazza: “La manovra prevede forti penalizzazioni e tagli di risorse per i settori della conoscenza oltre alla insufficienza dei finanziamenti per i rinnovi contrattuali 2019-2021 dei lavoratori pubblici. Vogliamo l’adeguamento delle retribuzioni del settore al livello europeo, misure concrete per l’abbattimento del tasso di dispersione scolastica e per l’aumento del numero di studenti in possesso di un titolo terziario”.
Senza dimenticare che “deve essere rafforzato il raccordo della filiera istruzione-formazione-lavoro” che è come dire che sul taglio delle ore dell’alternanza scuola-lavoro i sindacati non sono per nulla d’accordo.
Anche i contratti pubblici rappresentano una nota dolente a giudizio di Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola: “La manovra stanzia risorse insufficienti per il rinnovo dei contratti pubblici, nessun piano straordinario di assunzioni, non sblocca il turn over e non prevede nessun investimento. La manovra, inoltre, penalizza i dipendenti pubblici rispetto ai privati sia per l’accesso al pensionamento con quota 100, all’erogazione del TFS/TFR, escludendo dalla defiscalizzazione i premi di risultato”.
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