Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia (Pd)
La Lega era giunta ad un passo dalla regionalizzazione di diverse funzioni e servizi, sottraendoli all’egida dello Stato. Ma non della scuola, per opposizione ferrea del Movimento 5 Stella. Ora, con il cambio di Governo, il nuovo ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, porterà una linea ben diversa da quella imposta, per quasi 15 mesi, dai politici e ministri del Carroccio, sfruttando la loro posizione rilevante in seno all’esecutivo.
La conferma che sull’autonomia differenziata l’attuale Governo vuole chiudere ogni discorso è arrivata il 18 ottobre dallo stesso ministro Boccia.
Interpellato sulla regionalizzazione, in una videointervista al meeting di Ernst & Young ‘Tax&Law Looking Ahead’, il democratico ha assicurato: “ci confronteremo”, per poi soffermarsi sui motivi della sua posizione contraria.
“Francamente far decidere ai singoli territori i concorsi nella scuola e i profili che devono avere gli insegnanti mi sembra una forzatura inaccettabile”, ha detto il ministro.
Boccia ha citato l‘Emilia-Romagna, perché a suo dire avrebbe “avuto il merito sulla scuola di individuare un terreno comune di confronto con il presidente Conte. Si sono trovati d’accordo sulla scuola, pur essendo in quel momento rappresentanti di maggioranze politiche differenti”.
“Io sono d’accordo con i presidenti di Regione quando chiedono maggiore autonomia amministrativa”, come quella di gestire “il numero di studenti per classi. Ha senso che lo decida il territorio se una classe deve essere di 15 o 25 alunni, se nelle valli è meglio accorpare o potenziare alcune classi è giusto che lo decida il territorio”.
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