La regionalizzazione scatena la lite nella maggioranza. Altra fumata nera nel vertice di governo con Lega e Movimento Cinque Stelle distanti al momento dalla chiusura dell’accordo malgrado le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte che tende a smorzare i toni.
Lotta tra i due vice premier, simboli delle due anime governative: da una parte Luigi Di Maio, leader del Movimento Cinque Stelle, dall’altra Matteo Salvini, segretario della Lega e sempre più deciso ad andare dritto sull’argomento forte del sostegno di Lombardia e Veneto, due regioni a trazioni leghiste.
Il terreno di scontro, secondo quanto segnalano diverse indiscrezioni giornalistiche, riguarda la possibilità di pagare incentivi ai docenti che decidono di restare, invece che chiedere incarichi altrove. Dunque un sostegno al reddito degli insegnanti che decidono di stare in una zona dell’Italia particolarmente esosa dal punto di vista del costo della vita.
“Non avete idea di quanto sia diverso pagare un affitto a Milano invece che a Catania”, sarebbe stato di questo tenore il monito della Lega nei confronti del M5S, ma i pentastellati non ci stanno e ribattono: “Niente gabbie salariali”, ma i leghisti continuano: “Se volete boicottare tutto abbiate il coraggio di dirlo”.
In realtà, però, un dossier di Palazzo Chigi, segnala La Repubblica, ipotizza violazioni alla Costituzione: dodici pagine di rilievi da parte del dipartimento affari giuridici. Il rischio è creare nuove regioni a statuto speciale, di danneggiare la tenuta dei conti pubblici e di creare un’Italia a due velocità.
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