La questione della regionalizzazione della scuola rischia di diventare una vera e propria “buccia di banane” per il Governo Lega-M5S: dopo la netta presa di posizione di Flc-Cgil, Cisl-Scuola e Uil-Scuola arriva adesso anche la proclamazione da parte dell’Unicobas di uno sciopero di scuola e università per l’intera giornata del 27 febbraio.
“Il progetto del Governo – Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas – è una vera e propria vergogna e occorre subito una risposta ferma ed inequivocabile, specifica della Scuola e delle Università, senza dilazioni e compromessi. Non possiamo rischiare che il Governo faccia approvare il provvedimento senza aver dato al mondo dell’istruzione la chance per far sentire il netto rifiuto del provvedimento. Non abbiamo nessuna intenzione di ‘annacquare’ lo scontro cadendo nell’attendismo di quanti cercano di soppiantare la lotta con schermaglie legali di vario genere come quella sull’assenza della definizione dei LEP”
Il nodo più delicato di tutta la questione riguarda il fatto che l’operazione- se andasse in porto – comporterebbe una revisione importante delle somme trasferite dallo Stato alle singole regioni, sulle materie ad esse devolute.
“Sono solo 6 le regioni che con l’operazione ci guadagnerebbero – sostiene d’Errico – Lombardia (+5,611mld di surplus), Lazio (+3,672), Emilia Romagna (+3,293), Veneto (+2,078), Piemonte (+1,162) e Toscana (+805mln)”.
Tutte le altre ci perderebbero: chi poco, come Marche (-105mln), Liguria (-347) e Friuli Venezia Giulia (-410), e chi molto (la Calabria si vedrebbe i finanziamenti ridotti di 5,528 miliardi, la Sardegna di 4,368 e il Molise di 3,996).
“Inoltre – denuncia l’Unicobas – con la regionalizzazione del personale (cosa mai successa prima in nessun altro settore), questo Governo aprirà la strada alle gabbie salariali per tutti i settori ‘concorrenti’, a cominciare dalla Sanità, riducendo parallelamente la spesa pubblica per tutti i servizi e le istituzioni del Meridione”.
“Erano ben altre le promesse elettorali dei partiti che ora sono al Governo: abrogazione della mala-scuola renziana e impegno sul tema del precariato” ricorda d’Errico che aggiunge: “Invece hanno conservato la chiamata per competenze e lo strapotere dei dirigenti sull’utilizzo degli insegnanti, il ‘bonus’ discrezionale, un organico ‘potenziato’ senza futuro né limiti alle supplenze. E adesso vogliono addirittura creare un’istruzione pubblica di serie A e una di serie B a seconda della ricchezza regionale”.
“A questo punto la risposta del mondo della scuola, che aspetta sempre un contratto dignitoso, non può che essere uno sciopero compatto dalle Alpi alla Sicilia per bloccare un progetto inaccettabile che cancellerebbe in un colpo solo la scuola per tutti voluta dai padri costituenti”.
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