L’ordine del giorno della riunione del Consiglio dei Ministri faceva intuire che il tema della regionalizzazione sarebbe stato appena sfiorato (si parlava infatti di “illustrazione” delle possibili intese fra Stato e regioni).
E invece le cose sono andate ben diversamente, perché l’argomento è stato ampiamente trattato: buona parte della seduta del Governo è stata infatti dedicata proprio a discutere la questione, tanto che alla fine è stato perfino messo a punto un calendario dei prossimi passaggi.
Al termine della seduta il vicepresidente Salvini ha dichiarato che prima della fine del 2019 la regionalizzazione sarà legge dello Stato.
Il governatore del Veneto Luca Zaia sperava di chiudere la partita molto prima ma il Governo ha deciso di prendere tempo in modo da tenere conto anche delle richieste di altre regioni (Emilia-Romagna e Piemonte soprattutto).
Il dato importante però è un altro: sull’intera operazione Lega e M5S stanno raggiungendo un accordo significativo.
La Lega, infatti, vorrebbe condizionare la concessione dell’autonomia alle regioni ad un aumento delle risorse finanziarie da trasferire dallo Stato centrale alle regioni stesso (per la verità il Governatore Zaia chiede di poter trattenere in Veneto il 90% delle tasse pagate dai cittadini).
Su questa ipotesi il M5S ha espresso forse contrarietà ma sista mostrando disponibile a discutere di autonomia a condizione che non si preveda un aumento delle risorse che lo Stato già assegna alle regioni.
D’altra parte al termine della riunione del Governo, la Ministra per gli Affari regionali Erika Stefani (Lega) ha detto senza mezzi termini che la riforma rappresenterebbe una grande opportunità per tutti perché avvicinare i centri decisionali ai cittadini e ai territori contribuirà ad un miglioramento di tutti i servizi pubblici.
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