“Il tema su cui ci siamo confrontati di più è quello legato alla scuola, dove ci sono due visioni: l’una di carattere sindacal-corporativo e l’altra di carattere concreto. Io vorrei cercare di risolvere un problema della continuità educativa. Su questo è d’accordo anche Boccia”. Così il governatore della Lombardia Attilio Fontana, al termine dell’incontro sull’Autonomia con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia.
“Ho fatto presente – ha continuato Fontana – che esiste una sentenza del 2004 della Corte Costituzionale che prevede una possibilità per le Regioni a livello organizzativo. Gli ho anche detto, con assoluta franchezza, che se la risposta sarà a breve aspetterò di discuterla nel merito ma, se dovesse essere troppo lontana, interverrò con una legge”.
Sulla regionalizzazione della scuola, il ministro Francesco Boccia, però, non sembra avere cambiato idea. “Il tema concorsi è molto delicato. Si affronta con leggi ordinarie. Non c’è bisogno di smontare lo Stato per avere certezza della continuità didattica”.
“Condivido le preoccupazioni del presidente Fontana e il problema – ha continuato Boccia – si risolve imponendo a chi vince il concorso di restare 5 anni come si fa con l’Agenzia delle entrate. Le regole del gioco si stabiliscono prima, non c’è bisogno di smontare lo Stato per avere la certezza della continuità didattica. Penso che su ogni tema ci siano condizioni per trovare un’intesa. Dipende dalla volontà politica” ha concluso.
A SkyTg24, dopo uno scambio acceso tra il presidente lombardo Attilio Fontana e quello pugliese Michele Emiliano (“Smettila di dire che i terroni non lavorano”, ha detto Emiliano, al che Fontana è sbottato: “Ma che c…dici?”.), ha parlato anche il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha ricordato che “negli anni passati si è chiesto di trattenere i 9/10 della fiscalità e questo non vuole dire autonomia, ma secessione. E io dissi state sbagliando, perchè io che con voi voglio l’autonomia differenziata dico che chi raccontava quello è diventato il miglior alleato di chi ha messo il nord contro il sud”.
Bonaccini ha ricordato che “la differenza molto profonda è sulla scuola” rispetto all’autonomia chiesta dalla Lombardia e Fontana ha sottolineato che “vogliamo avere le competenze sulla sanità perchè siamo vincolati da una norma nazionale che non ci consente di assumere medici”.
Intanto, sul tema della regionalizzazione della scuola, è intervenuto anche Pino Turi, leader Uil Scuola: “Mentre l’attenzione della scuola è orientata a proteggere il clima per salvare paese e pianeta – ha detto Turi riferendosi allo sciopero di dopodomani – le ricche regioni del Nord continuano a reclamare spazi di ulteriore autonomia sull’istruzione, il comparto dove si spendono 50 miliardi di soldi pubblici”.
“Il governatore della Lombardia arriva a dire – ha continuato il segretario generale della Uil Scuola – che sulla scuola abbiamo due visioni diverse: l’una di carattere sindacal-corporativo e l’altra di carattere concreto” al punto di minacciare di fare da solo e farsi una legge per conto proprio.
Sempre oggi, In Veneto, nella predisposizione del bilancio regionale, si incrementa di un milione di euro il capitolo destinato al buono scuola, portando a 4 milioni e mezzo la quota per finanziare le scuole paritarie, certo concreta.
“Sono proprio queste scelte che ci spingono a considerare i rischi di una ipotesi di regionalizzazione del sistema di istruzione nazionale che spingerebbe ancora di più verso un modello di scuola che, attraverso le concessioni ai privati, vorrebbe andare a svolgere il ruolo politico che è proprio dello stato”, ha detto Turi.
“La scuola non è un opificio o un ufficio pubblico, è partecipazione, democrazia e futuro. Tutti valori che non può garantire il mercato, tantomeno una singola regione”.
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