Sulla regionalizzazione, mentre il vicepremier Luigi Di Maio pone delle precise condizioni, legando il progetto ad un grande piano per il Sud, la Lega dopo la “pausa” elettorale, è tornata a spingere per l’autonomia differenziata.
Come preventivato dalla Tecnica della Scuola, sembra che gli alti rappresentanti del Carroccio abbiano chiesto espressamente di portare le intese regionali nella riunione del Consiglio dei ministri della prossima settimana.
“Indietro non si torna!”, ha detto Matteo Salvini incontrando al Viminale Luca Zaia, presidente del Veneto e capofila delle regioni del Nord, che ha palesato dissenso per l’aver messo il progetto in stand by.
Ci sono anche altri segnali che – scrive l’Ansa – danno per vicino l’accordo di Governo sulla regionalizzazione: la ministra leghista per gli Affari Regionali, Erika Stefani, ha fatto sapere che è stata ufficialmente fissata, insieme al premier Conte, la road map sulle fasi finali della trattativa.
Anche se il vicepremier Matteo Salvini ha detto che “con i Cinque Stelle sul Dl Crescita non c’è stato nessuno scambio sull’Autonomia”, sembra che l’improvvisa accelerazione sui dossier sia stata interpretata come una risposta alle polemiche scatenate dall’emendamento che avrebbe trasferito alle Regioni, attraverso il decreto Crescita, la gestione del Fondo per lo sviluppo e coesione.
Il via libera del Governo arriverebbe, per ironia della sorte, a ridosso della manifestazione che si svolgerà in Piazza Montecitorio il 25 giugno, partire dalle ore 14, alla quale parteciperà anche lo scrittore Pino Aprile, esperto sulla questione meridionale, da noi intervistato qualche mese fa.
L’iniziativa promossa da un Comitato spontaneo nazionale e sostenuta da Cobas e Unicobas romani, oltre che da Anief, AND (Associazione nazionale docenti) e ADIDA (Associazione docenti invisibili da abilitare), è stata organizzata proprio protestare contro il progetto leghista sull’autonomia differenziata, che avrebbe effetti immediati nella scuola.
Intanto, il ministro per il Sud Barbara Lezzi ha informato che la vicenda è oggetto di revisione “insieme ai colleghi della Lega, in modo che non ci siano differenze tra Nord e Sud”, nel senso che “stiamo rivedendo l’accordo fatto dal governo precedente con maggiori principi di equità”.
Non senza chiarire, al pari di Salvini, che sui Fondi per lo sviluppo e coesione “non c’è stato alcuno scambio con l’Autonomia”.
Sempre la titolare per gli Affari Regionali, Erika Stefani, ha tenuto a far sapere che “l’autonomia è stata ufficialmente incardinata”, sottolineando però che “con il presidente (del Consiglio Giuseppe Conte ndr) abbiamo confermato la necessità di un passaggio preliminare, alla firma, del testo delle intese nelle commissioni parlamentari”.
Naturalmente i territori continuano a premere sull’acceleratore, come ha fatto il nuovo governatore del Piemonte, l’azzurro Alberto Cirio, il quale ha tenuto a dire: “siamo pronti a recuperare il tempo perso finora”.
Anche il Veneto con il governatore Luca Zaia, insieme alla Lombardia e all’Emilia Romagna dovrebbe tagliare per primo il traguardo sull’Autonomia. Va per le spicce il
Per il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana (Lega) “abbiamo finito il lavoro, abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare – ha chiarito da Milano – adesso è soltanto una scelta politica, o il governo dice di sì o dice di no”.
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