Lo stralcio della scuola dal tema della regionalizzazione è una buona notizia sia per il mondo dell’istruzione che per la salvaguardia dell’unità nazionale.
I nostri patrioti hanno versato fiumi di sangue per raggiungere con ardore e sacrificio quel 17 marzo 1861 l’Italia unita, allorchè a Torino, per la prima volta, si riunì il Parlamento Italiano e proclamò Vittorio Emanuele II Re d’Italia.
E come non ricordare le tre guerre d’Indipendenza e l’ardore patriottico che infiammava gli animi e lo spirito dei grandi statisti del Risorgimento italiano. L’Italia è una e indivisibile dal Piemonte alla Sicilia e tale deve restare.
La lingua è una, la cultura e l’identità nazionali sono uniche e soltanto alcuni aspetti possono essere diversi da una regione all’altra. L’istruzione deve restare centralizzata, facendo capo al MIUR e all’interno del curricolo possono esserci alcuni elementi di istruzione regionalizzata nel limite del 20%, così come è adesso.
Il personale della scuola deve continuare ad essere gestito da Viale Trastevere sia per le immissioni in ruolo che per le supplenze. Non si può regionalizzare la scuola dall’oggi al domani: alcune competenze restano a carico dello Stato ed altre possono far capo alle regioni.
Mario Bocola
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