Home Alunni Regionalizzazione: studenti pronti a scioperi e occupazioni per 7 giorni

Regionalizzazione: studenti pronti a scioperi e occupazioni per 7 giorni

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In una nota, la coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti afferma: “La scuola pubblica è sotto attacco più che mai: la nuova riforma dell’Esame di Stato ed il regionalismo differenziato a stampo leghista sono gli ultimi calci sferrati al sistema nazionale di istruzione che non garantisce nè qualità nè gratuità”.

Stagione di fermento e mobilitazione

E poi annuncia  “una grande stagione di fermento e mobilitazione nelle scuole che inizia da oggi: scioperiamo per una settimana, dal 15 al 22 febbraio, dalle attività curricolari bloccando la didattica e le lezioni”.

“E’ ora di preparare la controffensiva a questo Governo che vede la mano leghista insinuarsi in piena regola sulla demolizione del ruolo sociale dei saperi nel Paese. Il governo continua a non ascoltarci e senza mai chiedere un confronto con gli studenti sta mettendo in atto una vera e propria riforma del sistema nazionale di istruzione a partire dal progetto di autonomia differenziata. D’altronde Bussetti lo ha affermato più volte che alle scuole non arriveranno investimenti e che bisogna solo sacrificarsi”.

Scuola pubblica e a tutti garantita

“Noi vogliamo un altro modello di scuola, che sia garantita a tutte e tutti con un reale investimento sul diritto allo studio e che abbia tutto un altro modello di didattica che metta al centro lo studente e le sue esigenze, senza piegarlo al mondo esistente come in una gabbia. Le nostre scuole – spiega – sembrano sempre più delle prigioni: oggi saremo a Salerno in occasione dell’incontro tra il ministero e i rappresentanti di consulta Campani dove il governo ha filtrato e censurato le domande scomode; partendo da questo incontro dal 15 al 22 febbraio ci riprenderemo il diritto a partecipare che ci è stato tolto bloccando le lezioni in tutto il paese: fermeremo la didattica con lezioni alla rovescia, assemblee di classe, assemblee d’istituto autoconvocate e occupazioni. Vogliamo creare l’uscita d’emergenza discutendo delle attuali riforme, immaginando la scuola di cui abbiamo bisogno e costruendo la nostra alternativa: siamo la generazione controcorrente”.

 

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