Sulla regionalizzazione la maggioranza avrebbe trovato l’intesa. Ma la scuola rimane fuori dall’accordo. È quanto trapela dal vertice svolto sull’autonomia, all’ora di pranzo del 19 luglio, sul quale M5S e Lega hanno raggiunto un’intesa di massima.
Il sistema di istruzione rimarrebbe quindi unitario: non ci sarà, quindi, alcun trasferimento di risorse dallo Stato alle regioni con riferimento all’istruzione.
In pratica, non essendovi altra possibilità, ai titolari dei dicasteri e al premier non è rimasto altro che cancellare anche l’articolo 12 del testo prodotto dalla ministra leghista Erika Stefani, che prevede l’assunzione diretta dei docenti su base regionale. Esattamente come chiesto dal Movimento 5 Stelle. Nei giorni scorsi, era stato il vicepremier grillino Luigi Di Maio ribadire il concetto, anche con un’intervista video.
Troppo distanti, del resto, erano le parti sul fronte della scuola. Un tentativo per trovare l’accordo era stato fatto dal premier Giuseppe Conte, che a poche ore dal vertice, aveva in fretta e furia convocato a Palazzo Chigi il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e la ministra degli Affari Regionali e delle Autonomie Erika Stefani. Ma, evidentemente, il tentativo è andato a vuoto.
Nelle prossime ore, riporteremo i dettagli dell’accordo raggiunto sull’autonomia differenziata e sull’esclusione del mondo scolastico: soprattutto, cercheremo di capire se si tratta di un’incompatibilità momentanea o insanabile.
In quest’ultimo caso, come avevamo anticipato, per la Lega si tratterebbe di una sonora sconfitta, la quale potrebbe avere non poche conseguenze. Anche per il mantenimento in vita del Governo giallo-verde già in bilico.
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