Regione Toscana: no alla sperimentazione nel secondo ciclo
La Regione Toscana dice no alla sperimentazione degli assetti e dei contenuti della riforma proposta a fine giugno dal Ministro Moratti: la decisione piace ai sindacati ma le polemiche non mancano.
La delibera adottata dalla Giunta regionale mette in evidenza l’inopportunità se non addirittura l’impossibilità di riaprire il processo di programmazione della rete scolastica per l´a.s. 2005/06 che in Toscana era già stato definito fin dal mese di gennaio.
Mancano i tempi – sostengono i vertici della Regione – ed anche se si desse immediatamente il via alla procedura di variazione dell’ offerta formativa per il prossimo anno, tutto il processo di revisione si chiuderebbero solo ad anno scolastico più che avviato con indiscutibili disagi per gli utenti e per le stesse scuole.
Con la delibera la Giunta ha approvato anche il testo di una circolare che nei prossimi giorni verrà diramata alle scuole.
Insorge Stefania Fuscagni, di Forza Italia, che proprio in questi giorni ha lasciato l’incarico di presidente dell’Indire per dedicarsi più direttamente all’attività politica: ”In questo modo non si tiene conto dell’autonomia delle scuole e del loro diritto-dovere di sperimentare nuove opportunità formative come l’alternanza scuola-lavoro. Ci appelliamo alle scuole, agli studenti e alle famiglie perchè rivendichino la loro autonomia e perchè non permettano che una presa di posizione strumentale e faziosa, oltre che oggettivamente negativa, sia tollerata con indifferenza”.“Niente affatto – ribatte Alessandro Ameli, coordinatore nazionale della Gilda – la riforma del titolo V della Costituzione assegna nuovi poteri alle regioni; l’autonomia delle istituzioni scolastiche è di natura funzionale e non può che essere subordinata a scelte politiche di carattere più generale”.
“La decisione della Regione – aggiunge poi Ameli – ci sembra particolarmente apprezzabile in quanto va esattamente nella direzione da noi auspicata da tempo: mesi fa avevamo scritto ai Presidenti delle regioni italiane per chiedere che si facessero promotori di un referendum abrogativo della legge Moratti; la scelta della Toscana è un passo in questa direzione”.
“Quella della Giunta toscana è una decisione che ha due risvolti – sostiene Gino Galati, segretario nazionale dello Snals – certamente è positivo che si ponga un freno alla sperimentazione sul secondo ciclo tenuto anche conto che lo stesso CNPI ha manifestato non poche perplessità sulla bozza di decreto; ma per noi, da sempre convinti sostenitori dell’autonomia delle scuole, resta fermo il fatto che nessuno può porre limiti al potere dei collegi dei docenti di deliberare in materia di organizzazione didattica”.
Cautela in casa Anp: “La decisione della Regione Toscana – dichiara Grazia Fassora, dirigente nazionale dell’Associazione – evidenzia un problema assai complesso: in quale spazio si collocherà d’ora innanzi l’autonomia delle scuole ? Ci sono le prerogative delle Regioni e i compiti dello Stato: quale ruolo potranno giocare le scuole autonome in questo nuovo contesto ?”
“Certo è – aggiunge Fassora – che promuovere iniziative di sperimentazione nelle scuole del secondo ciclo non sarà cosa facile: tra l’altro non si capisce neppure cosa si potrebbe sperimentare dal momento che mancano ancora le Indicazioni nazionali e l’unica cosa su cui si può discutere in questo momento sono i quadri orario”.