Non si possono registrare video all’interno della scuola, ancora meno pubblicarli sui social media. Ogni tanto qualche studente infrange la legge, costringendo gli organi collegiali ad intervenire. Così è andata anche in un istituto comprensivo di Pomezia, alle porte di Roma, dove un’alunna ha pubblicato sui social un video girato all’interno della scuola. L’episodio, come abbiamo già riportato, sarebbe avvenuto nei giorni scorsi quando è stato convocato un consiglio di classe straordinario per decidere un provvedimento nei confronti della ragazza che frequenta la scuola. Come riposta alla decisione, però, il padre dell’alunna avrebbe minacciato i docenti che compongono il consiglio di classe e poi, durante un incontro nell’ufficio del dirigente, lo avrebbe aggredito verbalmente.
“L’uomo – scrive l’Ansa – sarebbe stato allontanato a fatica. I carabinieri hanno trasmesso un’informativa di reato in Procura. Sui social nei giorni scorsi c’è stato un tam tam di docenti della suola per esprimere solidarietà ai colleghi”.
A scuola non è possibile realizzare delle riprese multimediali. Ad iniziare dalle lezioni, perché si andrebbe a violare la Privacy, come previsto dal Regolamento GDPR UE 679/16 recepito nella normativa italiana nel D.Lgs. 101/2018 e sul cyberbullismo (legge 71 del 2017).
A ribadirlo è stata, di recente, anche la Corte di Cassazione con ordinanza Cass. civ., sez. lav, ord., 5 maggio 2022, n. 14270. Il divieto riguarda anche la registrazione delle proprie lezioni.
Fa eccezione un contesto nel quale c’è il consenso del docente, sempre se previsto dal Regolamento d’Istituto. E comunque sempre per un utilizzo privato, non certo per la pubblicazione delle immagini sui social.
In generale, “chiunque, senza l’assenso degli altri interlocutori, ascolta, con un apparecchio d’intercettazione, o registra, su un supporto del suono, una conversazione non pubblica cui partecipi o non, viola il Codice penale (art. 179bis e art. 179ter CP) e può rendersi punibile”. Quindi, uno studente che pubblica immagini riprese a scuola non incorre solo in potenziali sanzioni disciplinari ma anche in un possibile reato penale.
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